Potrebbero essere le tracce di una misteriosa Stonehenge italiana le grandi pietre dell’enorme circolo scoperto nel cuore dell’Umbria,sui Monti Martani, il sito archeologico, avvolto dal silenzio dei boschi appenninici, è stato individuato per caso dallo sguardo attento di Tommaso Dore e Francesco Voce, dell’associazione Italus, e grazie al supporto di Google Earth. Osservando su internet le immagini satellitari restituite dal programma, i due studiosi si sono infatti accorti di un’anomalia sul terreno, altrimenti impossibile da evidenziare.
Insospettiti da una radura contornata da alberi disposti in una forma perfettamente circolare, si sono recati sul posto per capirne di più, davanti a loro, una suggestiva evidenza archeologica, situata nel comune di Massa Martana (tra le province di Perugia e Terni), lungo il crinale di un rilievo montuoso dall’evocativo nome di Monte il Cerchio.
Un posto magico e isolato, su cui campeggia un grande circolo di massi in calcare, che la natura sembra aver voluto celare gelosamente con un manto di muschi e licheni cresciuti sui tre metri di spessore dell’opera muraria e una barriera di querce e arbusti intorno al perimetro, il cui diametro misura ben novanta metri.
In molti punti le radici degli alberi hanno danneggiato l’originaria struttura, provocando crolli e rendendo inaccessibile l’area, il che non ha tuttavia impedito di ricostruirne la pianta e di individuare le caratteristiche principali.
L’ingresso del sito doveva essere rivolto a sud, dove l’anello di pietre si apre sdoppiandosi e lasciando libero un varco di circa un metro. Esattamente al centro del cerchio, realizzato su un’area scoscesa e dal profilo irregolare, una depressione quadrangolare nel terreno allude alla presenza di una struttura perduta in una posizione preminente.
Per ora sono possibili solo ipotesi per quel che riguarda la funzione e la datazione della scoperta, che suggestione a parte resta comunque molto diversa dal sito inglese di Stonehenge per epoca di realizzazione e tecnica costruttiva (lo sviluppo in altezza del circolo umbro non si conserva per più di un metro e non è formato da megaliti).
Il territorio dei Monti Martani fu frequentato già in epoca preistorica come parte di un grande percorso di spostamenti lungo la penisola, fino alla nascita dei primi insediamenti protostorici (II millennio a.C.) all’inizio forse utilizzati solo stagionalmente in funzione della transumanza del bestiame, dal IX secolo a.C. in poi e per tutta l’età preromana gli antichi Umbri stabilirono i loro villaggi fortificati con cinte murarie a secco lungo tutta la catena montuosa, su alture facilmente difendibili e adattandosi all’orografia naturale.
I resti appena scoperti a Monte il Cerchio, dove la natura accidentata e irregolare del terreno (diviso in due parti che si trovano su piani sfalsati tra loro e inclinati) non spiega la perfetta regolarità del tracciato circolare, potrebbero essere, più che le vestigia di un insediamento a scopo abitativo, quel che resta di un luogo di culto o di osservazione astronomica situato in una posizione aperta sull’orizzonte e costruita secondo precise prescrizioni rituali, delimitando accuratamente l’area sacra.
In attesa di studi più approfonditi e di scavi archeologici che facciano maggiore chiarezza, non può non sorprendere il confronto con un’analoga struttura, di dimensioni simili e realizzata nella stessa tecnica costruttiva, scoperta nell’autunno del 2011 nel bresciano, il cosiddetto Sercol di Nuvolera (Desenzano del Garda), interpretato come un’area sacra destinata all’osservazione della volta celeste e datata approssimativamente tra il 1500 e il 500 a.C.