Sembrano veri e propri gioielli caduti sulla Terra dallo spazio, sono gemme di rara bellezza, cristalli verde oliva incorporati in una matrice di ferro e nichel e sono note come pallasiti, rare (ne sono stati raccolti solo 61 esemplari) e bellissime meteoriti.
Identificate per la prima volta in Argentina le gemme furono portate sulla Terra dal meteorite Esquel, oltre 200 anni fa e furono scoperte dal tedesco Peter Pallas (cui devono il nome), da allora affascinano gli scienziati che si domandano da cosa derivi la loro struttura, così diversa da quella di tutti gli altri metoriti.
Grazie ad un nuovo studio è emerso che le loro origini racchiudono dei misteri finora irrisolti, i frammenti contengono cristalli di olivina, secondo gli esperti, tali corpi si formarono sulla linea di passaggio tra nucleo ferroso e mantello roccioso in qualche pianeta o in qualche asteroide.
Si tratta di strutture molto particolari, diverse da quella di tutti gli altri metoriti, utilizzando un laser ad anidride carbonica, un campo magnetico e un sofisticato dispositivo di registrazione, un team di geofisici guidato da John Tarduno dell’Università di Rochester, ha dimostrato che le pallasiti nacquero probabilmente dallo schianto del piccolo asteroide contro un pianeta 30 volte più piccolo della Terra, creando il mix di materiali che compone questi insoliti meteoriti.
Inoltre, in particolare, ha scoperto che i grani metallici molto piccoli dell’olivina sono stati magnetizzati nella stessa direzione, e ciò portato i ricercatori a concludere che le pallasiti si siano formate in zone molto più lontane dal nucleo.
Le misure dei granelli hanno aiutato gli scienziati a classificare la provenienza delle pallasiti, che potrebbero essere state originate dallo scontro dell’asteroide un corpo avente il raggio di 200 km, grande abbastanza da essere considerato un protopianeta.
Il loro lavoro ha anche aiutato a chiarire dubbi sul fatto che piccoli corpi celesti abbiano un nucleo di ferro liquido in grado di creare un campo magnetico.