Un pianeta vagante nello spazio interstellare, senza una stella intorno a cui orbitare, a soli 100 anni luce da noi: l’hanno osservato alcuni astronomi del Very Large Telescope (VLT) dell’ESO e del Canada France Hawaii Telescope.
Possibili oggetti dello stesso tipo erano già noti, tuttavia CFBDSIR2149 questo il nome del pianeta ha una particolarità che rende l’osservazione estremamente significativa: appartiene a un gruppo stellare in movimento, noto come l’Associazione di AB Doradus, il più vicino a noi tra quelli del suo tipo.
Finora infatti l’individuazione di pianeti vaganti non era mai stata accompagnata da una determinazione della loro età, né di conseguenza era stato possibile dire se si trattasse di autentici pianeti oppure di nane brune (le cosiddette stelle mancate, dotate di una massa maggiore di quella di un pianeta ma minore di quella del Sole).
Nel caso di CFBDSIR2149, invece, la prossimità con l’Associazione di AB Doradus (AB Doradus Moving Group) permette di dedurre che il pianeta si sia formato insieme con le stelle e abbia pertanto la stessa età (anche se esiste ammettono gli astronomi una piccola probabilità che l’associazione sia frutto del caso).
Questo consente anche di ricavare una stima della sua temperatura, pari a circa 430 gradi celsius, della sua massa, pari a 4-7 volte la massa di Giove, nonché della composizione dell’atmosfera che lo circonda, atmosfera che può essere studiata in grande dettaglio proprio grazie alla mancanza di una stella brillante nei dintorni.
Le osservazioni spettroscopiche mostrano righe di assorbimento tipiche delle nane di classe spettrale T, ovvero in corrispondenza del monossido di carbonio, dell’acqua e del metano mentre per quanto riguarda l’età, i modelli consentono di stabilire che l’oggetto si è formato tra 20 e 200 milioni di anni fa.
La teoria più accreditata di come si siano originati questi pianeta è che si siano formati come pianeti “normali”, successivamente espulsi dall’orbita, oppure come singoli oggetti stellari, come le nane brune, dotate di massa non sufficiente a innescare i processi di fusione nucleare.
In questo secondo caso, si tratterebbe di oggetti che si trovano all’estremo inferiore della scala dimensionale delle stelle o delle stelle mancate.
Si tratta di un’osservazione importante, che può aiutare a sapere di più sui meccanismi che portano un pianeta a essere espulso da un sistema planetario o su come oggetti molto leggeri possano originarsi dal processo di formazione planetario.