Pensavamo di essere scampati alla profezia dei Maya e invece c’è poco da star tranquilli, se teniamo conto di tutte le catastrofi in grado di spazzar via il nostro pianeta dalla sera alla mattina.
Si tratta di quei fenomeni naturali che, da quando mondo è mondo, hanno punteggiato la storia della Terra, mega-eruzioni, tempeste solari, esplosioni di raggi gamma nell’universo, epidemie e ovviamente asteroidi, tsunami o incontri extraterrestri: eventi talmente imprevedibili, fantasmagorici, apocalittici che nemmeno preoccuparsi servirebbe a nulla.
Meglio fare spallucce di fronte al rischio e in caso godersi lo spettacolo, come sembrano suggerire gli autori del rapporto “Global Risks 2013“: un centinaio di pagine redatte ogni anno dal World Economic Forum con l’elenco di tutte le disgrazie concepibili da una mente umana.
Una lettura in cui il collasso della rete internet, una pandemia di funghi patogeni in grado di azzerare le rese agricole e lo scioglimento di metà Antartide rappresentano solo i capitoli più blandi.
E “considerato il ritmo a cui procede l’esplorazione spaziale si legge nel rapporto è sempre più concepibile la scoperta di vita aliena”, il risultato potrebbe non essere la distruzione immediata del genere umano, “Ma certo andrebbero rivisti completamente i pilastri di religione e filosofia”.
Se il riscaldamento climatico e l’innalzamento dei mari ci inquietano, che dire dell’eventualità di una gigantesca eruzione solare?
Dal momento che il ciclo di attività del nostro astro sta raggiungendo il suo picco, non si tratta di un’eventualità poi così remota, gli esperti di Nature, che hanno redatto un capitolo extra sulle catastrofi naturali, ricordano che nel 774 il Sole lanciò verso di noi una lingua di energia e particelle cariche talmente intensa che, se si ripetesse oggi, potrebbe bruciare tutti i satelliti, uccidere centinaia di milioni di uomini e gettarci indietro di 150 anni nella nostra storia.
Ancora niente di troppo drammatico, se teniamo conto della possibilità che nell’universo vicino a noi due stelle di neutroni o due buchi neri si fondano, una frustata di raggi gamma ci investirebbe letteralmente friggendo buona parte della vita sul pianeta.
Un evento simile potrebbe essere accaduto 440 milioni di anni fa e una coppia di stelle a 2.500 parsec di distanza dalla Terra sembrerebbe pronta a offrirci il bis, ma fare previsioni in questo campo è impossibile e di un’eventuale fusione cosmica ci accorgeremmo solo a giochi fatti, e comunque non sapremmo come prevenirla.
Ma quelli che Nature chiama “X factors” (fattori incogni) possono annidarsi anche più vicino, addirittura sotto ai nostri piedi infatti nonostante i progressi fatti nella previsione delle eruzioni esistono vulcani perfettamente in grado di coglierci alla sprovvista.
Oltre allo Yellowstone nel nordest degli Stati Uniti e al neozelandese Taupo, tra gli osservati speciali ci sono i Campi Flegrei, i 13 chilometri di diametro del cratere dal 1969 a oggi si sono sollevati di 3,5 metri e non è escluso che il magma si stia accumulando nel sottosuolo e si prepari a esplodere, in quel caso a soffrire non sarebbero solo i diretti interessati.
Interi continenti come è avvenuto almeno altre 19 volte nel corso degli ultimi 13,5 milioni di anni, verrebbero ricoperti da uno strato di polveri e ceneri, i cieli si oscurerebbero e la Terra cadrebbe nell’equivalente vulcanico dell’ “inverno nucleare”.
Accanto alla sempre presente minaccia dell’asteroide, esiste poi quella degli tsunami causati da imprevedibili frane sottomarine e proprio in mezzo al Tirreno, equidistante da Sicilia e Calabria, si trova il Marsili uno dei più grandi e instabili vulcani d’Europa di cui nessuno si occupano di monitorare.