Secondo l’astronomo Abel Mendez, del Planetary Habitability Laboratory di Arecibo, il 2013 sarà l’anno in cui scopriremo un pianeta dalle caratteristiche del tutto simili a quelle terrestri, “Sono fiducioso che il primo gemello della Terra sarà scoperto durante l’arco dell’anno 2013” sostiene Mendez.
L’affermazione dell’astronomo potrà sembrare fin troppo ottimista, considerando che sulle centinaia di pianeti extrasolari scoperti fino ad ora (oltre 800) solo pochissimi sembrano presentare (ripeto, sembrano) alcune caratteristiche fisiche che si avvicinano a quelle del nostro pianeta.
Mendez, tuttavia, confida nel fatto che “nel 2013 la situazione cambierà radicalmente”, da una parte ci sono i dati del telescopio spaziale Kepler, che sta macinando dati ad un ritmo tale da rendere impossibile per gli scienziati un controllo veloce dei candidati pianeti extrasolari.
A partire dal marzo del 2009, Kepler ha restituito oltre 2.300 candidati pianeti extrasolari, tra i quali solo 120 sono stati finora confermati o smentiti.
Secondo le stime, il 20% dei dati raccolti da Kepler farebbe riferimento a falsi allarmi, ma una percentuale così bassa lascia spazio alla possibile esistenza di migliaia di pianeti alieni che ancora aspettano di essere scoperti.
Da poco è emersa l’esistenza di un pianeta extrasolare 2,4 volte più grande della Terra (Kepler 22b) che orbita attorno alla sua stella nella zona di Goldilocks, una fascia di spazio in cui è possibile l’esistenza delle condizioni necessarie allo sviluppo della vita che conosciamo.
Secondo le prime stime approssimative e i modelli di simulazione basati sull’atmosfera terrestre, potrebbe avere una temperatura media di 22°C; peccato che si trovi a “soltanto” 600 anni luce da noi.
Nessun gemello della Terra, fino ad ora, a volte è questione di massa, altre volte di diametro, e più spesso di eccessiva o scarsa vicinanza alla stella attorno alla quale orbitano questi pianeti.
“Il primo pianeta dotato di dimensioni, orbita e flusso stellare misurabili e accettabili per lo sviluppo della vita sarà probabilmente annunciato nel 2013″ conferma Geoff Marcy, ricercatore planetario dell’Università della California e membro del team di Kepler.
Marcy e Mendez sono convinti che questo pianeta gemello emergerà dai dati di Kepler, il telescopio spaziale ha bisogno di tre “transiti”, passaggi di un pianeta di fronte alla sua stella (dal nostro punto d’osservazione nello spazio), per rilevare la presenza di un corpo planetario; secondo questo metodo, i primi pianeti ad essere scoperti sono stati quelli più vicini alla loro stella e con un periodo di transito relativamente breve.
I dati futuri prevedono invece un salto di qualità nella ricerca di pianeti extrasolari, “Secondo stime attente, ci sono circa 200 miliardi di stelle che ospiterebbero 50 miliardi di pianeti, se non di più” spiega Mikko Tuomi della University of Hertfordshire.
“Assumendo che 1/10.000 di questi pianeti siano simili alla Terra, abbiamo circa 5.000.000 pianeti del genere”.
Mikko sta aiutando il team di Kepler a scoprire nuovi pianeti extrasolari, ha già identificato alcuni candidati molto promettenti, compreso un pianeta che orbita attorno a Tau Ceti a circa 11,9 anni-luce di distanza da noi.
“Noi esseri umani punteremo al cielo, proprio come abbiamo navigato lungo i vasti oceani” sostiene Marcy, “Scopriremo che l’oceano cosmico contiene isole e continenti a miliardi, capaci di supportare vita primitiva e intere civiltà”.
”L’umanità salperà per Alpha Centauri, questo piccolo passo per l’umanità sarà un salto gigante per la nostra specie, mandare una sonda robotica verso la stella più vicina costituirà la più grande avventura che l’Homo sapiens abbia mai tentato”.