Secondo un’opinione del dott. Ricardo Baron Baretzky, analista esperto in minacce globali, la minaccia “numero uno” che l’umanità dovrebbe cominciare ad affrontare è rappresentata dall’asteroide 2004-MN4 che, secondo i calcoli degli astronomi, nel 2036 dovrebbe passare così vicino al nostro pianeta da correre il rischio di una collisione.
Secondo Baretzky, le tre maggiori agenzie spaziale planetarie, vale a dire la NASA, l’Agenzia Spaziale Russa e la KARI, l’agenzia spaziale della Corea del Sud, sembrano essere in disaccordo sui risultati della traiettoria dell’asteroide, ma tutti calcoli sembrano confermare che, comunque qualcosa sta arrivando.
In un esauriente articolo pubblicato sul proprio sito, la NASA spiega che venerdì 13 aprile 2029 milioni di persone in tutto il mondo vedranno sfrecciare un punto luminoso nel cielo, molto più veloce di molti satelliti e decisamente più luminoso della maggior parte delle stelle.
Si tratta del passaggio dell’asteroide 2004-MN4 anche conosciuto come Apophis, che transiterà a soli 30 mila chilometri dalla superficie terrestre, per fare un confronto, basti pensare che le orbite geostazionarie dei satelliti si attesta su un’altezza media di 36 mila chilometri.
“Al massimo avvicinamento, l’asteroide brillerà come una stella di magnitudo 3, quindi visibile ad occhio nudo dall’Africa, dall’Europa e dall’Asia, anche con le luci delle città accese”, spiega John Giorgini del JPL. “Si tratta di un fenomeno molto raro poichè il passaggio di oggetti grandi quanto 2004 MN4 si stima avvenga ogni 1000 anni, in media”.
L’asteroide misura circa 320 metri di larghezza e, quando fu avvistato per la prima volta nel dicembre del 2004, i primissimi calcoli fecero temere che il corpo celeste sarebbe entrato in collisione con la Terra proprio il venerdì 13 aprile 2029.
“E’ abbastanza grande da devastare una regione grande quanto il Texas, oppure generare uno tsunami distruttivo se dovesse precipitare nell’oceano”, spiega Paul Chodas, astronomo al Near Earth Object Program della NASA.
Nuovi calcoli, però, hanno dimostrato che il passaggio del 2029 non avrà nulla di distruttivo, ma sarà solo uno splendido spettacolo astronomico: “Non eravamo realmente preoccupati, ma le probabilità di un impatto erano inquietanti”, conclude sereno Chodas.
Le cose, però, potrebbero diventare complicate il 13 aprile 2036, esattamente 7 anni dopo il primo randevouz, dato che Apophis si troverà a compiere un nuovo passaggio spericolato nei pressi della Terra.
Durante il passaggio del 2029, la traiettoria orbitale dell’asteroide si piegherà di circa 28 gradi, a causa della forza di gravità esercitata dalla Terra, spiega Giorgini.
Che cosa succeda dopo è incerto, alcuni giornalisti hanno paventato che la nuova traiettoria dell’asteroide potrebbe portarlo a colpire la Terra nel 2036: “La nostra capacità di vedere dove andrà 2004 MN4 è offuscata dall’incontro con la Terra del 2029, non siamo in grado di dire con certezza dove si troverà l’asteroide nel 2036 e quindi parlare di un impatto con la Terra è prematuro”, conclude Giorgini.
Ma secondo Baron Baretzky, parlare di minaccia tutt’altro che prematuro, questo tipo di disinformazione non è una novità nel mondo dell’intelligence governativa, ed è anche comprensibile il desiderio di non creare il panico tra la popolazione, ma è giunto il momento di assumersi le proprie responsabilità davanti alla verità.
“Viviamo in un’epoca in cui questo tipo di inganni non sono più utilizzabili, il pubblico vuole la verità e ha la possibilità di reperire numerose informazioni dalla rete e questo è un problema molto fastidioso per le agenzie europee e americane” spiega Baretkzy.
L’analista crede che le Nazioni Unite stiano sottovalutando la minaccia rappresentata da 2004-MN4, continuando ad insistere sul problema del riscaldamento globale, come se fosse una sorta di moda.
Ad intervenire nel dibattito c’è anche Michio Kaku, fisico teorico del City College di New York e divulgatore scientifico, che sta cercando di portare coraggiosamente alla ribalta il problema, sperando in un serio dibattito pubblico: “Certo, i cambiamenti climatici sono una realtà visibile a chiunque, ma si tratta di fenomeni che manifesteranno tutta la loro portata solo fra un centinaio di anni o più”.
A differenza degli americani, i russi sembrano essere più realisti e concreti, il direttore dell’Agenzia Spaziale Russa (RKA), Anatoly Perminov in una recente intervista radiofonica ha detto che i russi sono sulla buona strada per creare una navicella spaziale in grado di deviare l’asteroide che minaccia la Terra.
Benchè l’esatta natura del dispositivo non sia stata rivelata, il direttore assicura che non ci saranno bombe nucleari, come nel film Armageddon con Bruce Willis, ma saranno applicate le semplici leggi della fisica.
L’ex cosmonauta russo ha menzionato i dati di una ricerca effettuata da uno scienziato russo (del quale, stranamente, non è stato rivelato il nome), che confermerebbero che l’incidente è quasi inevitabile, se la meteora dovesse colpire il nostro pianeta, un territorio grande come la Francia si trasformerebbe in un deserto.
“Si tratta della vita delle persone”, continua Perminov, “E’ meglio spendere alcune centinaia di milioni di dollari per creare un sistema che impedisca la collisione, piuttosto che aspettare la morte di centinaia di migliaia di persone”.
Dopo aver elaborato il progetto, la Russia spera di coinvolgere gli Stati Uniti e Cina nel finanziamento della missione, insomma anche questa volta la fine o il continuo del mondo sembra essere affidato alle mani troppo spesso inoperose dell’umanità.