Più di 140 paesi hanno raggiunto un accordo per limitare l’uso del mercurio, il metallo è infatti molto tossico ed è causa del Morbo di Minamata.
Il trattato sarà firmato a ottobre prossimo e poi dovrà essere ratificato formalmente dai Paesi per entrare in vigore tra il 2015 e il 2018.
Negli anni ’50 si sviluppò una strana malattia neurologica a Minamata, una città costiera del Giappone, centinaia di persone soffrivano di movimenti involontari, debolezza muscolare, problemi di udito e di linguaggio, inoltre madri che non avevano alcun sintomo, davano alla luce bambini malati.
Nel 1968, il Giappone annunciò di aver scoperto la causa del morbo: avvelenamento da mercurio derivante da pesce e da frutti di mare contaminati, il mercurio proveniva dagli scarichi di un grande impianto petrolchimico e la malattia venne chiamata ‘morbo di Minamata’.
In nome di tale fenomeno, pochi giorni fa a Ginevra più di 140 paesi hanno concluso un accordo per limitare l’uso di mercurio.
Si tratta di una delle prime convenzioni ambientali successive al protocollo di Kyoto (2005) che vieta, a partire dal 2020, l’utilizzo di mercurio nelle batterie, nelle lampade, nei cosmetici oltre a controllare il livello di emissioni negli impianti termici, nei cementifici, nelle industrie chimiche e in ambito odontoiatrico.
L’accordo si chiamerà “Convenzione di Minamata” in onore della città giapponese colpita dalla malattia, il trattato sarà firmato a ottobre prossimo e poi dovrà essere ratificato formalmente dai Paesi per entrare in vigore tra il 2015 e il 2018.
Le emissioni di mercurio hanno raggiunto il livello più alto negli anni ’70, ma già dal 2000 si sono stabilizzate, la riduzione è stata registrata nei paesi sviluppati mentre nei paesi emergenti , soprattutto nel sud-est asiatico, è stato segnalato un aumento del 40%.
Un rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) che ha coordinato i negoziati, indica che vengono emesse 1960 tonnellate di mercurio per le attività compiute dall’uomo come ad esempio la diffusione delle miniere d’oro ha fatto aumentare l’utilizzo di questa sostanza, che serve in quantità ridotta per separare il minerale dalla roccia.
Il rapporto UNEP inoltre stima che circa 1.000 tonnellate l’anno di mercurio finiscono in mare, nei primi cento metri di distanza dalla costa, la concentrazione di mercurio è raddoppiata nell’arco dell’ultimo secolo poichè il mercurio non ha vita breve e molto spesso si accumula in pesci grossi che a loro volta, vivono a lungo.
In occasione dell’accordo, Achim Steiner, il direttore esecutivo dell’UNEP, ha dichiarato: “Tutti i cittadini trarranno beneficio dalla decisione di Ginevra, in particolare i minatori e le loro famiglie, il popolo dell’Artico e le prossime generazioni di madri e i loro figli.”