Gli alieni ci osservano da vicino, sebbene stando ai risultati fin qui raccolti siano poco propensi a entrare in contatto diretto con gli umani, ma nel caso cambiassero idea e volessero approfondire la conoscenza, siamo sicuri di mettere in campo la mossa giusta per dare il benvenuto al vicino venuto da lontano?
I convenuti al Simposio Mondiale sull’Esplorazione dello Spazio e la Vita nel Cosmo, che si chiude oggi a San Marino, si portano avanti con i lavori e mettono a punto dei protocolli internazionali in caso di contatti con gli alieni.
I protocolli di contatto vengono definiti documenti senza precedenti che rivestono un’importanza indiscutibile anche perchè finora nessuno, in ambito scientifico e in ambito istituzionale, si era posto concretamente il problema.
Lo hanno fatto il 23 e il 24 marzo al teatro Titano i rappresentanti di dieci Paesi, e avverte Roberto Pinotti, coordinatore del Simposio che da anni ha scelto la Serenissima Repubblica come luogo dell’incontro, qualunque Istituzione ufficiale dovesse porsi in futuro la questione arriverà seconda.
Dal 1947 ad oggi, spiega Pinotti, di avvistamenti in Italia se ne contano circa 15mila, a occhio e croce in Emilia Romagna si viaggia con una media di 20, forse 30 avvistamenti all’anno.
“Circa l’80 per cento delle segnalazioni, prosegue, riguardano fenomeni che poco dopo diventano spiegabili ma c’è sempre l’altro 20 per cento che resiste alle spiegazioni convenzionali e che rientra in modelli costanti”.
Ovvero? “Si tratta di apparecchi tecnologici che si muovono sfidando le leggi dell’aerodinamica, oppure che si spostano a velocità folle e si fermano in un nanosecondo e viceversa”.
Stando alle segnalazioni gli incontri con i dischi volanti sono una costante, molto più rari sembrerebbero quelli con i loro occupanti, “In Italia si parla di 500 eventi nell’arco di sette decenni, nella vostra regione almeno una dozzina sono i casi segnalati, gli alieni da quel che ci risulta non cercano contatti con gli umani e chi si è imbattuto in loro era sufficientemente spaventato da non andare oltre”.
Da oggi però se qualcuno fosse così fortunato da imbattersi in uno strano corpicino e così temerario da avvicinarsi saprà come comportarsi, detto in due parole questi protocolli “hanno la funzione di codificare i comportamenti prosegue Pinotti, per esempio vanno evitati gli atteggiamenti che potrebbero essere interpretati come ostili, inoltre se si vuole avere un contatto è necessario consentire uno sviluppo alla relazione e capire che fra umano e alieno non esiste un bravo e un cattivo, ma la relazione è alla pari”.
Nessuna chance lascia Pinotti agli scettici dei dischi volanti, “governi importanti come quelli di Francia, Spagna e Inghilterra hanno già detto che il fenomeno esiste, in Italia dal 1979 se ne occupa il Reparto generale sicurezza dell’Aeronautica e conclude sono stati aperti ben 400 dossier ufficiali”.