Di prototipi ne erano usciti tanti, nei mesi scorsi, ora la prima pistola stampata in 3D è realtà, l’idea di costruirsi un’arma in casa, con tutte le conseguenze e le forti perplessità del caso, è dunque qualcosa di più di una stranezza del web.
Si chiama Liberator (nome ironico, fra l’altro, legato a un progetto della seconda guerra mondiale) e, a eccezione delle munizioni e del percussore, costituito da una comunissima vite, è completamente realizzata con una 3D printer, in particolare con una Stratasys Dimension SST.
Sedici pezzi, quasi tutta di plastica, dietro alla pistola fai-da-te c’è la Defense Distributed del discutibilissimo ventiquattrenne Cody Wilson, un gruppo di Austin autorizzato lo scorso marzo a produrre armi e che ha scelto la strada del do it yourself, ribattezzata Wiki Weapon Project, come se di roba del genere non ce ne fosse già troppa, in giro.
La prima pistola realizzata con una stampante in 3d ha superato il test sparando un colpo, il giovane Wilson si definisce “criptoanarchico” ed ha intenzione di distribuire online le istruzioni per costruire l’arma, la pistola “stampata” è costata 8 mila dollari (il prezzo della stampante 3D) e potrà sparare un solo colpo.
È una questione di libertà” ha spiegato alla Bbc “Vedo un mondo in cui la tecnologia permetterà di avere quello che si vuole, ormai non c’entrano più i politici”.
La dichiarazione di Wilson arriva in un momento molto delicato per gli Usa, dove si sta cercando di mettere sotto stretto controllo le vendite di armi da fuoco.