Marte, il pianeta cugino a noi più vicino, non smette di meravigliarci con i suoi numerosi enigmi, da quando le agenzie spaziali internazionali hanno cominciato ad inviare sonde, rover e telecamere in orbita attorno al Pianeta Rosso, il suo fascino e mistero è cresciuto anno dopo anno.
Tra tutti i misteri che aleggiano sul suo conto, quello che più sta facendo impazzire gli scienziati di tutto il mondo è rappresentato da alcune tracce presenti sul suolo di Marte che sembrano essere state lasciate da rocce in movimento!
Grazie alle immagini inviate a terra da HiRise, è possibile vedere dei massi che “traslano” da un punto all’altro lasciando dietro di se un lungo solco nel terreno, lo stesso fenomeno è stato osservato anche dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa, nella regione di Marte chiamata Nili Fossae, gli scienziati non sono ancora in grado di fornire una spiegazione univoca al fenomeno, che nel frattempo ha causato un vivace dibattito tra i ricercatori della Nasa e gli internauti.
Nili Fossae è il nome dato ad una lunga trincea di origine sconosciuta non lontana dal bacino di Isidis, un’enorme struttura geologica dal diametro di 1500 chilometri, conseguenza di un grande impatto su Marte, le analisi mineralogiche hanno rilevato che Nili Fossae contiene materiali argillosi, il che significa che una volta c’era la presenza dell’acqua, al di là di questi aspetti tecnici, ciò che ha colpito l’attenzione degli scienziati è la presenza di alcuni misteriosi solchi nel terreno che, apparentemente, sembrano essere stati lasciati da pietre in movimento.
E’ possibile notare il masso in fondo all’immagine: non è molto grande da poter osservare la forma e le caratteristiche della superficie, probabilmente si tratta di un masso di un paio di metri di diametro.
Se si guarda bene la traccia lasciata dal masso, ci si rende conto che non è perfettamente continua, ma risulta interrotta in alcuni punti, questo significa che la roccia non è perfettamente sferica, ma cosa generi il movimento di questi massi è un mistero.
La stessa cosa vale per le immagini scattate dal MRO, i ricercatori della University of Arizona hanno spiegato che se la risoluzione dell’immagine è di 25 centimetri per pixel, l’oggetto in movimento dovrebbe misurare circa quattro metri, secondo alcuni scienziati, all’origine delle traccie ci sarebbero i turbini di Marte, ipotesi che comunque non riesce a spiegare perché la linea sia così definita e sottile, essendo poi composta da più righe che hanno una struttura discontinua a intervalli uguali lungo la sua lunghezza.
La composizione delle scanalature ha spinto i ricercatori della NASA ad avanzare l’ipotesi, suggerendo che potrebbe essere dovuto ad un pendio in questa parte di Marte, dove grandi pietre potrebbero scivolare formando queste scanalature come se fossero “rotaie”, ma anche in questo caso, non si capisce quale evento possano aver spinto queste rocce a rotolare giù dalla scarpata.
Nel frattempo, l’astronomo Phil Plait fa notare che il pendio non è ripido come si possa pensare, pertanto, non è chiaro che cosa esattamente ha spinto le rocce a migrare in questo modo, dato che per ora si tratta di singole rocce anche abbastanza grandi per poter creare la migrazione.
“Sarebbe utile creare una serie di fotografie digitali in HD, per generare una mappa tridimensionale della roccia che si intravede sulle immagini e capire di cosa si tratta, sarebbe un divertente esercizio matematico”, dice Plait.