Si è conclusa l’avventura del rientro del satellite europeo Goce, che si è disintegrato nell’impatto con l’atmosfera ma che per due giorni ha tenuto in molti col fiato sospeso.
L’impossibilità di prevedere esattamente data e luogo dell’impatto aveva infatti generato il timore che i frammenti prodotti potessero cadere su zone popolate, nonostante fin dall’inizio gli esperti dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) avessero considerato questa eventualità molto remota.
Il satellite da una tonnellata è rientrato nell’atmosfera intorno all’1:00 del mattino cioè da quando ha smesso di dare segnali.
Nonostante le condizioni estreme cui fossero esposti, i suoi strumenti hanno continuato a funzionare fino all’ultima orbita, registrata dalla stazione di Terra che si trova in Antartide quando Goce si trovava ad una quota inferiore a 120 chilometri. Era quindi molto vicino alla zona critica chiamata Linea di Karman, che si trova alla quota di 100 chilometri, considerata il confine tra l’atmosfera terrestre e lo spazio esterno.
Attualmente tempo preciso e luogo del rientro non sono noti, l’Esa indica che l’ultima orbita percorsa da Goce ha attraversato Siberia, Pacifico occidentale, oceano Indiano orientale e Antartide e secondo i calcoli potrebbero aver raggiunto la superficie terrestre fra 200 e 250 chilogrammi di detriti, pari al 20%-25% della massa del satellite.
“La tonnellata di Goce è solo una piccola frazione delle 100-150 tonnellate di oggetti costruiti dall’uomo che ogni anno rientrano nell’atmosfera”, ha osservato il responsabile dell’ufficio dell’Esa che si occupa dei detriti spaziali, Heiner Klinkrad.
“In 56 anni di voli spaziali, ha aggiunto, sono rientrati nell’atmosfera circa 15.000 tonnellate di oggetti costruiti dall’uomo senza ferire nemmeno una persona”.
Lanciato nel 2009, Goce (Gravity field and steady-state Ocean Circulation Explorer) è considerato la “Ferrari dello spazio” per la sua forma aerodinamica e anche i suoi risultati sono degni di una fuoriserie: è stato il primo satellite a riprodurre la forma della Terra in base alla mappa della gravità, ha fornito dati su circolazione e livello degli oceani, dinamica dei ghiacci e interno del pianeta.
Il suo motore a ioni ha smesso di funzionare il 21 ottobre scorso, come previsto, e da allora Goce ha gradualmente cominciato ad avvicinarsi alla Terra dalla quota di 260 chilometri, alla quale aveva lavorato.