Quella di ieri è stata una giornata frenetica per la cometa ISON: le ore di maggior tensione sono iniziate intorno alle 12:45 UT quando la cometa era ormai prossima al perielio e dalle sonde in orbita intorno al Sole arrivavano le ultime immagini.
La ISON, dopo un’attività improvvisa che aveva risollevato gli animi, aveva manifestato, tra il 21 e il 23, novembre un cambiamento importante: la produzione molecolare era scesa drasticamente, mentre era aumentata esponenzialmente la produzione di polveri, lasciando ipotizzare una completa rottura del nucleo.
Le aspettative erano state decisamente ridimensionate, ma nonostante questo, quando la ISON è sparita dietro il coronografo della sonda SOHO, che occulta il disco solare, è aumentata l’apprensione e in rete è iniziato un concitato tam tam di notizie.
Nelle ultime immagini SOHO LASCO C2 e C3, la cometa sembrava essere lentamente sbiadita,alle 18:25 UT ha raggiunto il perielio.
Tra tutti gli scatti un dettaglio aveva suscitato qualche perplessità: un punto della traiettoria della ISON appariva più luminoso, lasciando ipotizzare una disintegrazione del nucleo.
Ci si aspettava, quindi, di riuscire a seguire la corsa della ISON con le immagini SDO ma così non è stato e nelle foto, della cometa nessuna traccia.
Comunque, se sopravvissuta, sarebbe dovuta sbucare di nuovo dal coronografo della sonda SOHO ma i minuti passavano senza alcun segno e tutti pensavamo che la ISON fosse stata inghiottita dal Sole.
Ma quando ormai, l’avevamo data per spacciata, ecco i primi segnali comparire nei scatti SOHO LASCO C2.
Inizialmente, non è stato dato troppo peso a quella leggera scia perché spesso uno sbuffo di polvere è tutto ciò che resta di una cometa Sungrazer inghiottita dal Sole. Ci si aspettava che quel residuo sbiadisse di nuovo: ma non lo ha fatto e la ISON ha iniziato ad illuminarsi di nuovo. La cometa ISON è sopravvissuta al perielio o almeno lo è una parte.
Ora, ci sono diversi scenari ancora da valutare, il nucleo della ISON potrebbe essersi frammentato in tanti piccoli pezzi e questi mini-nuclei continuano a sublimare, lasciando una coda più diffusa. La cometa potrebbe quindi esistere ancora per giorni o settimane prima di scomparire.
La cometa ISON era formata per la maggior parte da particelle di polvere che sono state annientate dall’intenso calore del Sole e quindi
potremmo non avere una chiara percezione dell’attuale struttura della cometa a causa della visuale.
Ci vorranno almeno un paio di giorni per analizzare i dati e capire se questa bizzarra cometa si sta prendendo gioco di noi.