Il fatto che vi raccontiamo sta facendo il giro del mondo e a portarlo alla luce è un capitano d’aviazione di linea anonimo, il quale racconta di un oggetto a forma ovale, color argento, splendente e velocissimo, che sarebbe entrato in rotta di collisione con il suo Airbus nei cieli vicino a Heathrow, Inghilterra, il 13 luglio alle 18:35.
Per evitarlo, il Capitano racconta di aver eseguito una manovra di emergenza portando l’aeroplano in picchiata per qualche attimo, tempo sufficiente ad evitare l’impatto, con un oggetto che giura di aver visto e aver rilevato come minaccia per il velivolo, ma che nessuno strumento a terra ha rilevato.
L’Airbus A320 volava a 34000 piedi sulla zona del Berkshire, non lontano dall’aeroporto principale di Londra, subito dopo l’incidente il Capitano racconta di aver avvisato i controllori di volo e controllato gli strumenti dell’aereo, ma da nessuno dei due elementi di controllo risultava nulla.
Sul Telegraph la vicenda viene descritta come una “apparizione improvvisa di un oggetto dalla forma allunga, a sigaro, tendente all’ovale, color argento brillante”, diretto a velocità sostenuta verso l’aeromobile. La mancanza di tempo per intraprendere una manovra di allontanamento avrebbe indotto il Capitano a entrare in picchiata con l’oggetto che a quel punto sarebbe passato a poca distanza dall’Airbus, con l’impatto evitato per il rotto della cuffia.
Le indagini su quanto accaduto per ora non hanno prodotto conferme, rimane da verificare se nella scatola nera ci sia qualcosa che aiuti a fare luce sul presunto incontro ravvicinato in grado di terrorizzare un capitano e di indurlo a una manovra azzardata per contrastare una minaccia di impatto.
Fare luce sì, ma come? Secondo i radar militari e la Airprox Board, l’ente che indaga sugli incidenti di volo in Inghilterra, non c’erano altri velivoli in prossimità dell’Airbus al momento del fatto. La stessa autorità nega che possa essersi trattato di palloni meteo o giocattoli. Ufficialmente insomma in aria nei pressi dell’aereo non c’era nulla: “Non è stato possibile determinare le cause dell’avvistamento”, conclude il rapporto.
Il dottor David Clarke, consulente per gli oggetti volanti non identificati per i National Archives inglesi, ha un’idea chiara: “E’ un avvistamento interessante perché è chiaro e dettagliato, i piloti non scrivono rapporti per nulla, è certamente successo qualcosa”.
Ma in Inghilterra, il ministero della Difesa ha chiuso il suo ufficio dedicato agli Ufo nel 2009, per il “calo di avvistamenti”, e anche per questo, in mancanza di altri elementi la storia del pilota dopo essere diventata virale su siti e giornali del mondo, sembra proprio destinata a finire nel cassetto dei parecchi casi di avvistamento in volo, rimasti insoluti e poi facilmente dimenticati.