La NASA ha svelato il suo prossimo prototipo di tuta spaziale, la Z-2, il nuovo modello servirà per testare tecnologie finalizzate ad un’eventuale spedizione su Marte.
A differenza della Z-1, dal look più futuristico, la Z-2 sembra ispirata alle armature medievali: la sezione che circonda il torso è realizzata con un materiale robusto (per la Z-1 era morbido), più resistente nel lungo periodo, specialmente in attività extra-veicolari (Extravehicular Activity, EVA).
La tuta è dotata di pannelli elettroluminescenti: si tratta di uno dei tre design che la NASA ha reso disponibili al pubblico, affinché fosse votato il migliore, quello da utilizzare nella versione definitiva. Il vincitore è stato denominato “Technology”: la presenza dell’illuminazione, appena descritta, ha un’utilità pratica, ovvero quella di poter identificare facilmente i membri dell’equipaggio.
I cambiamenti, rispetto a Z-1, sono stati numerosi: le articolazioni di spalle e bacino sono state completamente rielaborate, consentendo una maggiore mobilità, mentre gli stivali dovrebbero consentire un migliore adattamento alle condizioni ambientali di pianeti differenti dalla Terra. Z-2, però, non è stata creata per vere missioni: il suo scopo è testare condizioni extraterrestri, ma sulla Terra, in situazioni simulate.
Il luogo preposto è il Neutral Buoyancy Lab, presso il Jonson Space Center, capace di simulare il vuoto, vi saranno anche altre simulazioni, che replicheranno la superficie di Marte, per capire se l’agilità nei movimenti sarà sufficiente, e per comprendere se la tuta sarà sufficientemente confortevole, durante le lunghe missioni.
I test inizieranno a Novembre, e porteranno allo sviluppo della terza generazione della tuta, la Z-3, che porterà ad un ulteriore passo nel lavoro della divisione Advanced Exploration Systems Division, con la speranza di poter portare una missione umana, in futuro, sul pianeta rosso.
Alcuni esperti ritengono che questa eventualità diverrà realtà nei prossimi 20 anni, anche se la stessa NASA ha messo in guardia sulla fattibilità del progetto, anche a causa dei notevoli tagli subiti al bilancio.