Il Presidente americano Barack Obama ha decretato lo stato di “catastrofe” a New York dopo il passaggio del ciclone Sandy, autorizzando così gli aiuti federali.
Sandy lascia sul suo camino almeno 17 vittime, tra cui tre bambini (un morto viene segnalato anche in Canada) e spegne parte di New York che, anche a causa di un’esplosione in un trasformatore, resta al buio dalla 39ª strada a Lower Manhattan, lasciando senza luce miloni di persone, in quello che è il peggior black out per la città dal 2003 da quando la città si spense completamente.
Diciannove operai della Con Edison, la società che gestisce i servizi elettrici della città, sono rimasti imprigionati in una stazione elettrica nell’est della Grande Mela.
Salta anche un generatore al New York Hospital che viene evacuato, seguendo i piani di emergenza messi a punto, a New York nel quartiere del Queens è
scoppiato un’incendio che ha coinvolto almeno una decina di edifici in un rione allagato.
Come se non bastasse, c’è pure l’allerta intorno alla centrale nucleare di Oyster Creek nel sud del New Jersey, che si trova in una zona allagata, al momento non si pensa allo spegnimento ma la situazione viene monitorata poichè la centrale è a 40 km da Atlantic City località turistica di mare devastata dal ciclone.
Le vittime, molte per caduta di alberi, sono negli stati di New Jersey, New York, Maryland, North Carolina, West Virginia, Pennsylvania e Connecticut.