Gli scienziati hanno recentemente risolto un mistero che, da tempo immemore, si interroga sul perché del “canto” delle dune di sabbia del deserto.
Ne rimase suggestionato Marco Polo nel corso di uno dei suoi viaggi e Charles Darwin ne parlò in uno dei suoi libri, menzionando una collina sabbiosa in Cile chiamata dagli abitanti “colei che si lamenta”.
Ci sono circa 35 deserti sul pianeta e sono numerose le spiagge in tutto il mondo, con dune di sabbia che possono effettivamente ricreare suggestive quanto ossessionanti melodie.
Per scoprirlo, gli scienziati guidati da Simon Dagois Bohy dell’Università Diderot di Parigi hanno confrontato due dune “vocali”, una in Marocco, nei pressi di Tarfaya, e l’altra in Oman, a Al-Askharah.
Le dune marocchine possiedono una sola nota, in grado di intonare unicamente il sol diesis, mentre le dune di Oman sono più versatili, con una gamma cacofonica a nove note e la capacità di intonare più note contemporaneamente, creando armonie misteriose e bizzarre.
Il motivo per cui alcune dune riescono a cantare una melodia diversa è la sabbia stessa, la sabbia del Marocco è abbastanza uniforme, mentre la sabbia di Oman è molto varia e le differenti dimensioni dei granelli realizzano una musica meno monotona e più melodiosa.
Tra l’altro, se dovesse capitarvi l’occasione di visitare una duna che canta, è possibile avviare la sinfonia da soli semplicemente facendo scivolare un po’ di granelli di sabbia lungo il pendio della duna stessa.