I teschi di cristallo non sono così rari e terribilmente misteriosi come si potrebbe pensare, ogni anno migliaia di questi curiosi oggetti vengono prodotti in Brasile, Cina e Germania.
Ma c’è una manciata di questi teschi piuttosto macabri che hanno alimentato un’intenso interesse e notevoli controversie tra archeologi, scienziati, spiritualisti e funzionari di museo per oltre un secolo.
Dovrebbero esserci una dozzina di teschi di cristallo molto rari, conservati in collezioni private e pubbliche, alcuni sono in cristallo puro, altri scolpiti nel quarzo puro o colorato.
Alcuni di questi sono riprodotti a dimensione naturale e con una grande cura dei dettagli, mentre altri sono più piccoli e meno raffinati, tutti provengono dal Messico o comunque dall’America Centrale.
Molti ritengono che questi crani sono stati scolpiti miglia o addirittura decine di migliaia di anni fa da un’antica civiltà mesoamericana, altri pensano che possano essere addirittura reliquie del leggendario continente di Atlantide o possano essere la prova che antichi astronauti extraterrestri abbiano visitato gli Aztechi, in un’epoca antecedente alla conquista spagnola.
Le storie che si raccontano sui teschi si concentrano in larga misura sui loro poteri soprannaturali percepiti.
Joshua Shapiro, coautore di “Mysteries of the Crystal Skulls Revealed” (I Misteri rivelati dei Teschi di Cristallo), racconta di guarigioni avvenute in persone che sono state in presenza di tali teschi e di un’ampliamento delle proprie capacità psichiche.
“Crediamo che i teschi di cristallo siano una forma di computer in grado di registrare l’energia e le vibrazioni che si verificano attorno a loro”, scrive Shapiro.
“Il cranio potrebbe essere in grado di riprodurre visivamente tutti gli eventi o le immagini che sono venute in contatto con loro, il che vale a dire che contengono la storia del nostro mondo”.
Tuttavia, la maggior parte degli archeologi è a dir poco scettica, i teschi erano un simbolo molto frequente nell’arte mesoamericana, in particolare tra gli Aztechi.
“Si tratta di un simbolo di rigenerazione”, dice Micheal Smith, professore di antropologia presso l’Arizona State University.
“Diverse divinità azteche sono raffigurate con le sembianze di un teschio, quindi era probabile che era un’oggetto sacro utilizzato per invocare proprio questi dèi, non credo che siano in possesso di poteri particolari o abbiano una qualche funzione tecnologica sconosciuto”.