Si chiama Ikaria ed è nota per essere l’isola dove la gente dimentica di morire. È il New York Times ad aver scoperto questo magico mondo e i suoi segreti della longevità, di come molte persone che vivono su quest’isola riescano a vivere fino a più di 100 anni.
Il Times ha indagato a fondo sulla reputazione dell’isola di Ikaria grazie ai racconti di uno dei suoi residenti. Il dottor Ilias Leriadis è uno dei pochi medici a Ikaria dal 2009. “La gente si alza tardi tardi qui“, racconta Leriadis, “Ci svegliamo tardi e facciamo sempre sonnellini. Non apro mai il mio ufficio prima delle 11, perché nessuno viene prima di allora. Avete notato che non si indossa un orologio qui? Nessun orologio funziona correttamente. Quando si invita qualcuno a pranzo, si potrebbe arrivare alle 10 di mattina o alle 6. Semplicemente noi non ci preoccupiamo dell’orologio qui“.
Leriadis accenna anche al “tè di montagna“, una specialità locale, a base di erbe secche endemiche che crescono dappertutto sull’isola. Non un tè qualunque se si considera che spesso lo si assapora alla fine della giornata come fosse un cocktail o il nostro corrispettivo aperitivo. Inoltre, l’entusiasta dottore fa menzione di origano, salvia (qui denominata “faskomilia”), un tipo di tè alla menta (“fliskouni”), rosmarino e una bevanda a base di foglie di tarassaco di ebollizione e l’aggiunta di un po’ di limone.
“La gente qui pensa di bere una bevanda tranquillizzante, ma si tratta di doppi che si possono trovare anche in medicina”, spiega Leriadis. “Anche il miele è trattato come una panacea. Ci sono diversi tipi di miele qui, talmente tanti che non ne esistono in egual numero in nessun’altra parte del mondo”, racconta ancora il medico. “Lo usano per tutto, dal trattamento per le ferite o come cura per i postumi di una sbornia, o per il trattamento dell’influenza. Gli anziani iniziano la giornata con un cucchiaio di miele. Lo prendono come una medicina”.
Colpito dal cancro, il dottor Leriadis si trasferì dagli Stati Uniti su quest’isola. Il suo tumore scomparve misteriosamente.
Il racconto del medico di origini greche fece, da allora, il giro del mondo, tanto da attirare l’attenzione del Times e di alcuni interessati studiosi che approfondirono i benefici dell’isola. Il risultato fu di una semplicità sconcertante. Una dieta semplice, simile a quella dei nostri nonni a base di fagioli, verdure e latticini. Una buona vita sociale, fatta di chiacchiere tra amici, assaporando il tè di montagna già menzionato. Camminare e sonnecchiare, magari perdendo completamente il senso del tempo.
“A soli 15 chilometri da qui c’è un mondo completamente diverso”, conclude Ilias Leriadis indicando un punto sul mar Egeo. “Ci sono paesi molto più sviluppati. Ci sono grattacieli, resort e case di valore di un milione di euro. A Samos, un’isola vicina, si preoccupano per i soldi. Qui, non lo facciamo. In occasione delle numerose feste religiose e culturali, le persone mettono in comune i loro soldi e comprano cibo e vino. Se avanzano dei soldi, lo danno ai poveri. Non è un posto ‘ego’. Si tratta di un luogo del ‘noi’“.
Ed è forse questo l’elisir di lunga vita di cui si favoleggia dalla notte dei tempi? Era nella semplicità, ma lo avevamo perso di vista.
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