I “segreti” di Vatileaks si affacciano fin dentro il Conclave, i tre cardinali incaricati da Benedetto XVI di indagare sulle fughe di notizie potranno riferire delle informazioni sul loro lavoro agli altri porporati negli incontri che precederanno il Conclave.
La novità è stata annunciata ieri dal portavoce padre Federico Lombardi, che ha confermato l’atteso incontro tra il Papa e i tre porporati, Julián Herranz, Salvatore De Giorgi e Jozef Tomko, che lo scorso 17 dicembre hanno consegnato al Pontefice il dossier in cui sarebbero contenuti i segreti di Vatileaks.
Il dossier è conosciuto solo da Ratzinger e dai tre porporati, e sarà trasmesso al prossimo Papa rimanendo coperto da segreto pontificio, «Il tempo di preparazione al Conclave è un tempo in cui i cardinali si consigliano tra di loro per approfondire le situazioni, sapranno le persone responsabili, compresi anche i tre cardinali, in che misura possano e debbano dare informazioni a chi gliele chiede per la ricerca del candidato del successore del Papa, senza bisogno di mettere a disposizione il testo di un documento specifico che rimane riservato come tale al successore».
Insomma, ha aggiunto Lombardi, «ognuno può dare gli elementi che ritiene utile dare», la questione era sul tappeto da giorni, ed è stata oggetto di indiscrezioni che hanno anche portato la Segreteria di Stato ad emettere la dura nota sabato scorso contro i «tentativi di condizionamento del Conclave».
Ma c’è stata anche una discreta pressione da parte di alcuni porporati, soprattutto non di Curia, per conoscere perlomeno il quadro che è emerso dalla lunga indagine, nella quale i cardinali sono stati aiutati dal segretario, padre Luigi Martignani, frate cappuccino e minutante della Segreteria di Stato.
Di questi temi i cardinali potranno parlare nella fase pre-Conclave, quindi nel corso delle Congregazioni generali, riunioni plenarie che si terranno sotto la presidenza del Decano, Angelo Sodano (che presiederà anche la Missa Pro Eligendo Pontifice), nella sala Vecchia del Sinodo.
Nella nota sull’incontro il Papa ha ringraziato i porporati «per il proficuo lavoro svolto, esprimendo soddisfazione per gli esiti dell’indagine, essa infatti, ha consentito di rilevare, accanto a limiti e imperfezioni propri della componente umana di ogni istituzione, la generosità, rettitudine e dedizione di quanti lavorano nella Santa Sede a servizio della missione affidata da Cristo al Romano Pontefice.
Il Santo Padre ha deciso che gli atti dell’indagine, del cui contenuto solo Sua Santità è a conoscenza, rimangano a disposizione unicamente del nuovo Pontefice».