La radiazione generata da un terremoto potrebbe essere responsabile dell’immagine misteriosa della Sacra Sindone, che in molti credono essere una rappresentazione del volto di Gesù. Un team del Politecnico di Torino, afferma che il potente terremoto di magnitudo 8.2, avvenuto a Gerusalemme nell’anno 33 d.C., sarebbe stato abbastanza forte da liberare le particelle di neutroni dal pietrisco.
Secondo i ricercatori la pioggia di neutroni potrebbe aver impresso un’immagine come a raggi X sul sudario di lino, reagendo con i nuclei di azoto, inoltre, le emissioni di radiazioni avrebbero aumentato il livello di radiocarbonio nella Sindone, confondendo il test al carbonio condotto nel 1988 dall’Università di Oxford, dal quale risultò che la stoffa aveva solo 728 anni di età, e quindi era un falso.
Tutti gli esseri viventi hanno lo stesso rapporto di carbonio stabile e carbonio-14 radioattivo, ma dopo la morte, il carbonio radioattivo decade con un andamento prevedibile nel tempo, ecco perché gli scienziati possono guardare la concentrazione di carbonio -14 nei materiali archeologici organici come tessuti, ossa e legno per stimare l’età. Il carbonio – 14 è in genere creato quando i neutroni dei raggi cosmici collidono con gli atomi di azoto nell’atmosfera (ma può essere anche scatenato da reazioni nucleari artificiali).
Il team di scienziati, guidati da Alberto Carpinteri, sospettano che onde di pressione ad alta frequenza generate nella crosta terrestre durante questo terremoto avrebbero potuto produrre emissioni di neutroni significative. Queste emissioni di neutroni avrebbero interagito direttamente con gli atomi di azoto nelle fibre di lino, inducendo reazioni chimiche che hanno creato l’immagine del volto nel sudario.
Il primo riferimento documentato sulla Sacra Sindone risale al 14° secolo, quando si credeva che un cavaliere francese era in possesso del panno nella città di Lirey. Altri rapporti suggeriscono che la Sindone abbia cambiato proprietario molte volte fino al 1578, quando finì nella sua sede attuale, la Cattedrale di San Giovanni Battista a Torino.
La stoffa di lino, lunga poco più di 4 metri, sembra mostrare la debole impronta di un uomo che porta le ferite compatibili con la crocifissione. Nel 1898, un avvocato di nome Secondo Pia ha scattato la prima fotografia conosciuta del tessuto e il suo negativo ha rivelato nuovi dettagli, compresi i tratti del viso sorprendenti che erano nascosti ad occhio nudo.