Alcuni fenomeni di autocombustione si stanno verificando in Puglia dal 15 Marzo scorso, senza che siano note le cause. L’odissea di una famiglia di Cisternino, in provincia di Brindisi, costretta a “lasciare la propria abitazione, una villetta, di costruzione recente, in contrada Casalini nelle campagne della Valle d’Itria”.
Secondo gli amministratori locali il fenomeno sarebbe simile a quello a quello verificatosi a Canneto di Caronia, in provincia di Messina, nel 2004 quando tra le spiegazioni vennero scomodati addirittura gli alieni.
“Le analogie si riferiscono alle modalità con le quali si verificano i fatti, agli orari, sempre di pomeriggio dalle 16 alle 19, la periodicità, cioè ogni 48 ore, come accadeva in Sicilia, molte volte non c’è fiamma ma si avverte puzza di plastica bruciata, e questo sta avvenendo anche in abitazioni limitrofe” dichiara il vicesindaco della cittadina pugliese, l’avvocato Vito Zizzi.
A prendere fuoco da due settimane vari punti della casa e molti oggetti: un busta di plastica contenente tappi di sughero, un contenitore di rifiuti, due tappeti, un fustino del detersivo, un sacchetto di cotone, quattro cartoni contenenti bottiglie di vetro.
Ovviamente scioccata la famiglia di Biagio Bufano, 45 anni, che ha dovuto trovare riparo in un’abitazione messa a disposizione da alcuni parenti, il quale da 15 giorni aiutato da amici e parenti, organizza delle ronde e un monitoraggio continuo per individuare la causa. Perfino il figlio minorenne si è trovato ad assistere ai roghi improvvisi. Intanto ha presentato un esposto alla Procura e ai carabinieri. Sono stati interessati anche la Prefettura, la Asl, l’Arpa, la Protezione civile regionale, l’amministrazione comunale, i vigili del fuoco che in un caso sono anche dovuti intervenire sul posto.
Dopo qualche giorno di tregua, sabato pomeriggio si è verificato l’ultimo episodio quando ormai la famiglia aveva lasciato l’abitazione. Tutti i mobili sono stati evacuati e perfino le porte interne sono state scardinate, per metterle al riparo da incendi più vasti che potrebbero danneggiarli, all’interno sono state lasciate solo alcune ‘esche’, punti in cui è stato sistemato materiale, soprattutto plastica, in modo da verificare se le autocombustioni misteriose continuano.
Come accadeva in Sicilia, molte volte non c’è fiamma ma si avverte puzza di plastica bruciata, e questo sta avvenendo anche in abitazioni limitrofe. Si sta passando al setaccio l’impianto elettrico, possibili influenze elettromagnetiche, senza escludere nessuna pista, ma per ora nessuna soluzione si vede all’orizzonte.
Nei giorni scorsi sembrava che il fuoco misterioso avesse concesso una tregua alla famiglia di Casalini, ma un nuovo incendio ha riportato paura e sconforto in tutta la comunità, che ora si chiede impaurita: quando accadrà la prossima volta?