Nel sud del Mar Egeo, per la prima volta in più di mezzo secolo, le isole di Santorini mostrano segni di “inquietitudine”. I dati satellitari confermano che le isole si sono innalzate di 14 centimetri dal gennaio del 2011, segno di un rigonfimento della camera magmatica sottostante.
La camera magmatica che vi è sotto il vulcano che forma l’isola si è espansa per un volume di 10-20 milioni di metri cubi, un volume che corrisponde a circa una ventina di stadi calcistici e che è dovuto all’arrivo di magma dal profondo. Questo è stato messo in luce da ricercatori della Oxford University che hanno eseguito una ricerca sostenuta dal Natural Enviroment Research Council inglese. I vulcanologi hanno utilizzato rilevamenti sulla superficie, immagini radar e analisi fatti con satelliti GPS.
Nello studio non si dice se questo aumento di magma potrà portare ad un’eruzione imminente o meno, sta di fatto che gli stessi ricercatori ricordano che Santorini, nota anche come Thera e che si trova a circa 200 km dalla costa greca e a circa 700 km dalla Calabria è ciò che rimane di un antico vulcano che, nel secondo millennio avanti Cristo, diede vita ad un’eruzione di tali proporzioni da essere classificata al livello 6-7 del Volcanic Explosivity Index che tocca il grado 9 come massimo.
Quell’evento produsse una colonna di cenere e polveri per circa 100 km cubi di materiale che arrivò fino a 30-35 km d’altezza. Essa fu seguita da un’eruzione di vapore causata dal contatto del magma con l’acqua. Conseguente all’eruzione fu lo tsunami che sollevò una parte delle acque del Mar Egeo di decine di metri, tanto da interessare Creta, a 110 km di distanza.
Il fenomeno dell’aumento della camera magmatica di Santorini dei nostri giorni ha visto una serie di piccole scosse sismiche, che sono state rilevate solo dagli sismografi. Spiega Michelle Parks, autore della ricerca: “Durante la mia visita a Santorini nel 2011 ho notato che la gente del posto è cosciente che qualcosa di nuovo sta avvenendo sotto il vulcano. Le guide locali mi hanno più volte sottolineato come i gas siano diventati più maleodoranti e come alcune acque abbiano cambiato di colore. Una guida mi ha ricordato poi che un giorno mentre si trovava sul vulcano un terremoto lo ha fatto letteralmente saltare.
Tuttavia – continua la vulcanologa – solo quando abbiamo visto i cambiamenti del suolo indicati dal GPS ci siamo resi conto della enorme quantità di magma che è arrivato nelle camere magmatiche”. Secondo i ricercatori il magma arrivato durante l’ultimo anno è più o meno quello equivalente a quello che arriva in circa 20 anni. Nessuno al momento è in grado di dire se il vulcano tornerà in eruzione, anche perché l’attività sismica è notevolmente rallentata nelle ultime settimane, ma sta di fatto che deve assolutamente essere tenuto sotto stretto controllo.
L’ultima grande eruzione esplosiva del vulcano di Santorini è avvenuta circa 3600 anni fa, tempo che per una macabra coincidenza, corrisponde allo stesso periodo orbitale di Nibiru, il pianeta ipotizzato da Zecharia Sitchin sulla base della mitologia sumera.