Curiosity ha fatto di nuovo centro: il rover della Nasa ha infatti perforato la sua seconda roccia marziana, denominata “Cumberland”, e ha raccolto un nuovo campione di polveri che sarà analizzato nei prossimi giorni grazie agli strumenti di bordo.
L’obiettivo è quello di cercare ulteriori conferme dei risultati ottenuti con la prima trivellazione della roccia “John Klein”, che aveva rivelato come in passato il pianeta rosso avesse avuto condizioni ambientali adatte ad ospitare la vita.
Le immagini pubblicate dalla Nasa mostrano il nuovo “morso” che Curiosity ha impresso nella roccia lo scorso 19 maggio: si tratta di un buco profondo 6,6 centimetri e largo 1,6 centimetri, scavato poco distante dal sito della prima perforazione eseguita tre mesi fa.
La roccia Cumberland, infatti, è posizionata poco più a Ovest rispetto alla John Klein, da cui dista meno di tre metri, le due rocce si trovano incastonate sul fondo di una bassa depressione del terreno chiamata “Yellowknife Bay“: entrambe sono piatte, con pallide venature e una superficie irregolare.
Nonostante queste similitudini, la Cumberland sembra avere più granuli resistenti all’erosione che determinano le irregolarità superficiali, queste protuberanze sono concrezioni o agglomerati di minerali che potrebbero essersi formati quando in passato l’acqua bagnava la roccia.