Nel profondo centro-nord del New Mexico esiste la quieta cittadina di Dulce, la capitale della riserva Apache dei Jicarilla, per quanto possa essere considerata piccola e insignificante, Dulce, con i suoi 2600 abitanti, all’inizio degli anni ’80 è diventata il centro di dibattiti e polemiche, quando Paul Bennewitz, fisico e inventore, sostenne di avervi scoperto l’esistenza di una base segreta sotterranea occupata degli extraterrestri.
La storia di Bennewitz si diffuse rapidamente attraverso le comunità ufologiche sparse negli Stati Uniti, secondo quanto raccontò il ricercatore, la base era impegnata in diverse attività, tra le quali il rapimento di esseri umani da parte degli alieni e lo sviluppo di tecnologie avanzate tra cui la manipolazione genetica.
Secondo i teorici della cospirazione, il loro piano sarebbe quello di manipolare i governi mondiali e ottenere il controllo finale della Terra attraverso l’instaurazione del famigerato Nuovo Ordine Mondiale, grazie alla collaborazione di alcune società segrete quali gli Illuminati, il Gruppo Bilderberg e la Skull and Bones.
Dulce, benchè sia uno dei luoghi più conosciuti dai teorici della cospirazione, non sarebbe l’unico posto dove esistono queste basi segrete, installazioni sotterranee si troverebbero in svariate parti del pianeta, con importanti avamposti negli Stati Uniti, Australia, Antartide e Sud America, tutte le basi sarebbero collegate da un’intricata rete di tunnel, uno dei quali addirittura condurrebbe ad una base attiva posizionata sotto il Vaticano, uno dei centri di controllo più antichi del pianeta.
Tutte queste informazioni rasentano la trama di un romanzo di fantascienza e la nostra percezione del reale si rifiuta di credere a tali ipotesi, sono solo voli pindarici della fantasia di qualcuno in cerca di notorietà? Oppure, storie distorte dall’interpretazione di chi si è imbattuto in un qualche nucleo di verità? Nel caso più estremo, se tutto ciò fosse vero, la nostra percezione della realtà cambierebbe, oppure continueremmo a rifiutare l’evidenza dei fatti respingendole come “bufale” di dimensioni cosmiche? Saremmo capaci di convivere con verità così sconvolgenti?
Eppure, nel corso dei millenni, l’umanità ha sempre prodotto una quantità impressionante di informazione su questi argomenti, basta dare uno sguardo a tutto il materiale mitologico prodotto dalle religioni mondiali sul “mondo sotterraneo”, è interessante notare che quanto tramandato dai miti e quanto rivelato dalle comunità ufologiche, viene trattato dai razionalisti allo stesso modo, come informazioni prodotte dalla fantasia e non da fatti reali.
Per quanto riguarda i miti, perchè i nostri antenati hanno sentito l’esigenza di dover tramandare ai posteri (a noi!) storie di mondi sotterranei o di divinità discese dal cielo sulla Terra? Quali esperienze hanno fatto, così drammatiche, da doverle registrare in scritti che si sono tramandati per millenni?
Storie di regni sotterranei abitati dagli “dei” pervadono la mitologia planetaria, a seconda della cultura, questi luoghi sono stati chiamati Ade, Tartaro, Xibalba, Duat, Patala e Inferno, non sempre queste “Case degli Dei” sono collocate nelle profondità della Terra; in alcuni casi si trovano all’interno di una montagna (o al di sopra di essa, come l’Olimpo), oppure collocata nelle profondità degli oceani terrestri.
Le leggende collocano gli accessi a questi domini all’interno di grotte o vulcani, ma trovare le entrate di questo mondo pare proprio che sia impossibile perché solo agli iniziati e illuminati è possibile vedere le entrate, si dice che i luoghi principali di accesso si trovino ai poli, mentre altre entrate siano collocate nel deserto del Gobi, in Mongolia, tra le montagne del Tibet, nelle caverne del Kentuky, nel Mato Grosso in Brasile, sotto la grande piramide di Cheope o forse la Sfinge, altre ancora in centro e sud America e addirittura in Italia, sul monte Epomeo a Ischia.
Ma è probabile che altri ingressi si trovino in prossimità dei tanti luoghi megalitici del mondo come Stonehenge, Angkor Vat, o l’Isola di Pasqua, questo spiegherebbe l’esistenza dei grandi templi e l’assenza invece delle città che dovrebbero circondarli.
Infatti non si spiega perché in tutti questi grandi siti archeologici siano rimasti soltanto i templi, mentre delle antiche abitazioni neanche le fondamenta; dove viveva tutta la gente? Di certo non nei templi, e se pensiamo alle piramidi di Giza, erano veramente dei monumenti funerari? E soprattutto la civiltà Maya, dove è sparita all’improvviso senza lasciare traccia?
Gli accessi a questi regni apparirebbero in maniera istantanea, per poi sparire senza lasciare nessuna traccia, soprattutto perchè gli abitanti dei sotterranei non vogliono essere visitati, solo a pochi eletti è stato concesso il privilegio di poter vedere questi luoghi.
Nella tradizione greca, uno degli ingressi all’Ade si trovava nel paese dei Cimmeri, che si trovava al confine crepuscolare dell’Oceano, e proprio in questa regione remota Odisseo dovette recarsi per discendere all’Ade ed incontrare l’ombra dell’indovino Tiresia, per accedervi bisognava superare prima Cerbero, poi attraversare l’Acheronte versando un obolo al terribile Caronte e raggiungere i tre giudici Minosse, Eaco e Radamanto i quali emettevano il loro verdetto.
Ma anche il testo maya Popol Vuh descrive la visita al mondo sotterraneo da parte dei fratelli Hunhun-Ahpu e Vukub-Hanapu, il testo narra di una ripida discesa nella casa dei signori di Xibalba e delle molteplici sfide che hanno dovuto affrontare i due eroi.
Allo stesso modo il Libro dei Morti egiziano e il Vishnu Purana indiano descrivono i numerosi ostacoli per coloro che desideravano visitare il mondo degli inferi, anche il mito babilonese di Gilgamesh descrive la discesa dell’eroe nel buoi fitto delle viscere della Terra, fino al suo arrivo alla dimora degli dei.
I domini sotterranei vengono descritti come luoghi pieni di case e di vaste sale dove migliaia di individui potevano incontrarsi, fontane, piante, alberi e animali di ogni tipo riempiono questi regni.
Alcuni indios dell’Amazzonia raccontano che all’inizio del XX secolo entrarono in queste grotte camminando per almeno quindici giorni prima di arrivare fino all’interno, nel percorso era presente un forte vento che soffiava per cinque giorni verso l’esterno e cinque verso l’interno come se si trattasse di una sorta di respiro della Terra, c’erano uomini grandi fino ai 3-5 metri e più scendevano in profondità e più continuavano a perdere peso, come se mancasse la forza di gravità, inoltre raccontavano che volavano leggeri come astronauti al punto che dovevano aggrapparsi alle pareti.
Arrivati poi al centro dove ritornava la gravità, era sempre giorno, il sole splendeva rossastro e non vi era mai notte, quando poi raccontarono tutto ai conquistatori inglesi, gli uomini del regno sotterraneo arrabbiati con loro fecero crollare l’entrata delle gallerie, nascondendole per sempre.
Leggende o esiste un fondo di verità? Le ricerche fatte da alcuni studiosi sembrano confermarlo, tra questi, l’esploratore polacco Ferdinand Ossendowski nel 1923, in un suo viaggio in Asia, affermò di aver avuto delle informazioni fondamentali da parte di alcuni Lama e di un principe mongolo di nome Ciultun Bejli.
Queste informazioni descrivevano un regno sotterraneo, un mondo fatto di lunghissime gallerie che sono situate principalmente sotto tutta l’Asia nelle zone del Tibet, in Mongolia, sotto il Deserto del Gobi e che si estendono poi per il mondo intero le cui varie entrate, ben occultate, si trovano in diversi luoghi del pianeta; questo sarebbe il famoso regno sotterraneo di Agharti, esistono tante storie che narrano di questo misterioso popolo di Iniziati governati dal Re del Mondo, il mitico sovrano di Agharti.
Ossendowski raccontò di aver sentito un Lama dire che tutte le caverne sotterranee dell’America sono abitate da antiche civiltà che scomparvero sotto terra, i due grandi oceani del mondo un tempo furono dei continenti e quando questi scomparvero i loro abitanti si trasferirono nel mondo sotterraneo.
Ciò fa presumere che questi si riferisse ai leggendari continenti di Atlantide e Mu le cui genti non sarebbero tutte estinte ma ancora oggi esisterebbero nascoste in queste gallerie sotterranee illuminate da una particolare luce verdastra, la capitale di questo regno si chiama Shamballa, famosa perché ricercata da tanti esploratori, perfino Hitler si mise alla caccia di questa città allo scopo di riuscire a comunicare con il Re del Mondo.
Anche tra gli eschimesi esistono storie che narrano di una grande apertura a nord e dei loro antenati che compirono un viaggio in una terra paradisiaca, questa terra era illuminata perennemente e non esistevano notti, il clima sempre mite e c’erano grandi fiumi e laghi che non ghiacciavano mai.