Alcune immagini a colori scattate di recente mostrano il nucleo di ISON ingrossato e di colore verde, secondo i ragazzi di Universe Today, la colorazione assunta da ISON è di buon auspicio, in quanto è segno che la cometa sta diventando più attiva, man mano che si avvicina al Sole.
La luce solare riscalda il nucleo della cometa, vaporizzando le polveri ghiacciate fino a formare una nube di vapori d’acqua, biossido di carbonio, ammoniaca e altri gas.
Una volta liberata, la nebbia si espande rapidamente in un’enorme nuvola sferica che circonda il nucleo della cometa, formando la caratteristica coda. La scia lasciata da una cometa può essere lunga anche centinaia di migliaia di chilometri, ma sono talmente rarefatte da potervi passare attraverso senza nemmeno accorgersene. La Grande Cometa del 1811 diede vita ad una scia lunga 1,4 milioni di chilometri, quasi quanto il diametro del Sole!
Tra i materiali rilasciati nella nube sono presenti il cianogeno, un composto chimico, formato da carbonio e azoto, e il carbonio biatomico, entrambi sono gas fluorescenti, i quali mostrano un delizioso colore verde-mela quando sono eccitati dalla luce ultravioletta emessa dal Sole.
Pare che il profumo del cianogeno sia molto simile a quello delle mandorle, ma si tratta di un gas altamente velenoso. La fiamma ottenuta bruciando cianogeno raggiunge i 4.525° C ed è la seconda fiamma più calda ottenibile da un gas, dopo il dicianoetilene, quando brucia in presenza di ossigeno.
Il carbonio biatomico è altrettanto sgradevole, si tratta di un potente acido corrosivo presente non solo nelle comete ma anche come risultato di archi voltaici ad alta energia.
Nonostante le caratteristiche inquietanti di questi elementi, la natura li utilizza per creare uno spettacolo meraviglioso per i nostri occhi umani.
Non c’è motivo di preoccupazione per eventuali effetti che i gas potrebbero avere sulla Terra al passaggio della cometa, dato che la nube è estremamente rarefatta.
Quindi, è inutile comprare maschere antigas come avvenne nel 1910 al passaggio della cometa di Halley, quando si ritenne di dover proteggere i terrestri da un possibile avvelenamento.