Il rover Yutu, “Coniglio di giada”, la sonda robotica spedita sulla luna dalla Cina ha smesso di funzionare. Come riporta l’agenzia di stampa cinese Xinhua, gli ingegneri dell’Accademia cinese di tecnologia spaziale (CAST) hanno spiegato che le anomalie del veicolo sono state causate dalle difficili condizioni ambientali della superficie lunare.
I problemi sono cominciati poco prima che il rover entrasse per la seconda volta in “ibernazione”, una modalità in cui Yutu viene impostata per affrontare la lunga e rigida notte lunare, che dura circa 14 giorni terrestri e porta il termometro a scendere anche sotto ai -180 °C. Il primo stand by è stato impostato con successo, mentre al secondo comando Yutu sembra non aver più risposto.
In realtà, la causa del problema rimane sconosciuta, i tecnici hanno avanzato alcune ipotesi, è possibile che le minuscole polveri lunari abbiano compromesso qualche meccanismo o addirittura danneggiato il computer di bordo. Pang Zhihao, del CAST, ha attribuito il problema agli alti livelli di radiazione, la bassa gravità e le brusche variazioni di temperatura. Praticamente, la colpa può essere attribuita quasi a tutto.
Lanciata il 1° dicembre 2013, il Coniglio di Giada è allunato con successo circa due settimane più tardi, sganciatosi da lander Chang’e-3, Yutu ha cominciato a muoversi lasciando solchi profondi sulla superficie lunare e questo era l’inizio di quella che doveva essere una missione di esplorazione della durate di tre mesi.
Un mese dopo l’inizio della missione, la sonda ha scattato una serie di splendide foto della superficie lunare, una particolarmente suggestiva con la Terra sullo sfondo. Alla fine di gennaio, invece, il robottino cinese, che prende il nome da un coniglio della mitologia che vive sulla Luna, non ne vuole sapere di riprendere le sue mansioni.
L’ultima esigua speranza per Yutu potrebbe arrivare proprio in queste ore, la notte lunare è terminata due giorni fa e la luce del Sole ha cominciato ad inondare i pannelli solari per rifornire di energia gli strumenti così ora i tecnici cinesi proveranno a riaccendere la sonda e se vi riusciranno, la missione potrà proseguire con successo.