Comincerà tra qualche giorno la lunga frenata che porterà la sonda Rosetta dell’Agenzia spaziale europea (Esa) a ridosso della sua “preda”, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.
Subito dopo la discesa del lander Philae, prevista per il 10 novembre, entrerà in azione il ‘trapano’ italiano che assaggerà i primi 23 centimetri del suolo. A raccontarlo è la responsabile scientifica dello strumento, Amalia Ercoli Finzi, ingegnere aerospaziale del Politecnico di Milano.
Rosetta ha incominciato a ‘vedere’ la cometa obiettivo del suo lungo viaggio cominciato 10 anni fa. “A inizio settembre decideremo su quale sito della cometa atterrare, ma le incognite sono ancora molte perché non abbiamo idea di cosa troveremo”, spiega Ercoli Finzi.
Una volta che il Lander Philae sarà disceso sulla cometa, il 10 novembre, si fisserà al suolo con tre ancore e ruoterà intorno al suo perno per disporre al meglio i pannelli solari e per continuare le osservazioni dell’ambiente circostante. Subito dopo entrerà in azione il sistema di acquisizione e analisi dei campioni. “Un vero e proprio gioiello, dice Ercoli Finzi, perché il trapano ha una punta di diamante, i forni che devono scaldare i campioni per le analisi sono di platino e le lenti che li osserveranno sono di zaffiro”.
Dopo aver praticato un primo foro per prelevare campioni a due diverse profondità, il sistema inizierà una serie di perforazioni che permetteranno di capire meglio l’origine delle comete e del Sistema solare. L’attesa nel mondo scientifico è grande, e Amalia Ercoli Finzi non nasconde un po di ansia. “Ho già cominciato la novena, dice scherzando, ma visto che il lander Philae ha reagito così bene quando si è risvegliato, direi che sono confidente: qualcuno lassù ci ama”.