Da secoli, l’uomo ha sempre avuto la curiosità di sapere se esistono altre forme di vita su altri pianeti, e questo ha portato diversi fisici e astrofisici a indagare sui pianeti che potrebbero ospitare altre civiltà.
In effetti, ora sappiamo che l’ipotesi dell’esistenza di creature aliene è sempre più concreta, grazie alla scoperta di migliaia di esopianeti che si trovano nella cosiddetta “zona abitabile”. Tuttavia, l’enorme vastità dell’Universo rende difficile la ricerca di queste possibili civiltà.
La domanda che ci si pone è: se ci sono tante civiltà aliene, perché non abbiamo ancora interagito con loro? Dove sono i loro messaggi?
Un nuovo studio scientifico, firmato da un fisico quantistico dell’Imperial College di Londra, Terry Rudolph, suggerisce una nuova teoria: e se i messaggi alieni fossero nascosti proprio nelle stelle?
Secondo Rudolph, gli alieni potrebbero utilizzare la luce delle stelle per comunicare a grandi distanze, senza disturbare direttamente gli altri con i loro messaggi. Questo perché non c’è niente di più veloce della luce, e quindi sarebbe probabile che questa porti in giro per l’Universo i messaggi delle varie civiltà.
Il fisico suggerisce che alterare la luce delle stelle potrebbe essere un metodo ideale per comunicare tra le specie. Questo metodo sarebbe indistinguibile dalla normale radiazione termica delle stelle, e quindi sarebbe difficile da rilevare per chi non sa leggerlo.
Le civiltà aliene potrebbero inviare messaggi aggrovigliando fotoni in stelle distinte, alterando così la luce emessa da una stella che interferisce con un’altra. Questo sarebbe un modo per comunicare tra le stelle nel corso di milioni di anni.
Secondo Rudolph, l’Universo potrebbe essere pieno di messaggi alieni, e per imparare a leggerli basterebbe osservare attentamente le luci provenienti da alcune zone specifiche dell’Universo.
In definitiva, questa teoria potrebbe aprire nuove strade per la ricerca di forme di vita extraterrestri, e potrebbe essere una rivoluzione per l’astrofisica e la scienza in generale.
