Invisibilità, effetti specchio,effetto Stealth, crop circle, accelerazioni di 40G, salti nell’iperspazio: da Plantier a Watts, quello che i ricercatori hanno cominciato a CAPIRE. I rapporti che sono stati raccolti fin dai primi tempi dai Progetti Sign, Grudge e Blue Book, in cui lavorò Joseph Allen Hynek come consulente scientifico, indicano che gli apparecchi volanti non identificati erano in grado di effettuare manovre che la scienza e la tecnologia dell’epoca non erano in grado neppure di comprendere.
E stato osservato che il limite della velocità della luce non deve considerarsi un limite invalicabile per poter effettuare viaggi interstellari da diverse fonti degne di attenzione. Il fisico nucleare francese Jacques Bergier nel 1960 scrisse che già nel 1957 era stato analizzato il comportamento anomalo di un particolare mesone. Questa particella che ha un tempo di vita di un milionesimo di secondo dovrebbe percorrere al massimo 300 metri alla velocità della luce: invece sofisticate misurazioni rilevarono che percorreva 30 Km. Tutto ciò è spiegabile soltanto con l’ipotesi che il mesone trovi una scorciatoia, bypassando il continuum spaziale e facendo una specie di “salto”. Si ritiene che le astronavi extraterrestri compiano salti analoghi per effettuare viaggi interstellari. Col passare degli anni alcuni scienziati d’avanguardia hanno continuato a studiare queste particelle: Roberto Pinotti sempre prudente e misurato nelle sue affermazioni, scrisse nel 1991 (“UFO Scacchiere Italia”, pag. 289) che “lo strano comportamento del mesone K, sarebbe apparentemente turbato da un altro universo suscettibile di interferire con il nostro”. Di nuovo nel 1995 l’astronomo Hal Crawford sostenne che la velocità della luce è insuperabile nel senso dello spostamento lineare, ma che si poteva aggirare geometricamente l’ostacolo, accorciando lo spazio. Egli riporta alla ribalta di tutti i giornali questa categoria di particelle che nel frattempo la scienza ha classificato come tachioni. Crawford, membro della Royal Astronomical Society britannica, affermò anche che possiamo aspettarci di fare incontri ravvicinati con alieni. Lo studio dell’ufologia non poteva trascurare tutte queste teorie e gli aspetti tecnologici riferiti ripetutamente da differenti tipologie di testimoni qualificati. Nel 1953 il capitano francese Rene Plantier formula un ipotetico sistema di propulsione non basato sul principio di azione e reazione. Questo ipotetico velivolo avrebbe il vantaggio di non dover trasportare enormi serbatoi di propellente come gli attuali razzi. Plantier si accorse che questa teoria era adatta a spiegare le sorprendenti prestazioni dei cosiddetti “dischi volanti” di cui erano già stati accumulati parecchi rapporti da organismi civili e militari, nonostante il ridicolo generale sull’argomento.
Plantier riteneva che questo velivolo convertiva in elettricità un’energia allora sconosciuta – che occuperebbe tutto il cosmo in quantità illimitata, questa energia fornirebbe la spinta antigravitazionale che consentiva all’UFO di muoversi in qualsiasi direzione. In seguito questa teoria ha ricevuto una conferma indiretta, seppur non definitiva, dal punto di vista della scienza sperimentale, dagli studi di Tom Bearden sulla free energy e l’antigravità e dalle rivelazioni di Bob Lazar, il fisico americano che sostiene di aver lavorato sui dischi volanti custoditi gelosamente nell’Area 51 del Nevada. Anche l’ufologo americano Gabriel Greer, direttore del SETI ha accennato in un filmato proiettato al Simposio 1996 di San Marino alla “Zero Point Energy”, l’energia del punto zero, che si troverebbe in tutto l’universo. Le forme sferica, ovoidale, discoidale sono quelle che ricorrono maggiormente negli avvistamenti UFO. Infatti l’ipotesi di Plantier enuncia la presenza di un campo elettromagnetico intorno all’apparecchio volante, che eliminerebbe l’attrito con l’aria e di conseguenza lo sviluppo di calore sullo scafo. La forma curva dei dischi sarebbe quindi una scelta obbligata in quanto, in caso contrario le cariche della componente elettrica si accumulerebbero nelle zone a forma di punta, mentre invece esse devono distribuirsi uniformemente lungo tutta la sua superficie. Dai dati archiviati risulta inoltre che sono state registrate anche sui radar portentose accelerazioni in totale silenzio e con il superamento della velocità del suono in assenza del caratteristico bang. Ciò è in accordo alla teoria del capitano francese secondo cui attorno al velivolo non identificato si muoverebbe uno strato di aria ionizzato: l’aria più vicina all’oggetto si muoverebbe più lentamente, mentre l’aria più lontana più velocemente formando un cuscinetto. Più precisamente il campo di forza del disco attira l’aria ambientale in ragione inversa del quadrato della distanza. Di conseguenza la differenza di velocità tra l’apparecchio e le molecole d’aria più vicine è inferiore alla velocità del suono nell’aria; anche la differenza di velocità fra queste molecole e quelle immediatamente adiacenti e leggermente più lente è sicuramente inferiore alla velocità del suono nel mezzo e così via fino alle molecole d’aria al di fuori del campo. L’aereo convenzionale terrestre non si porta dietro una regione d’aria e quindi sbatte violentemente contro molecole d’aria immobili e le forza ad andare ad una velocità maggiore della velocità del suono nell’aria. Per quanto riguarda il calore generato dall’attrito delle molecole d’aria, esso non scompare del tutto, ma viene distribuito nella regione spaziale interessata dal campo elettromagnetico, che come abbiamo visto è regolabile dai piloti e risulta quindi trascurabile, mentre negli aeromobili convenzionali Il calore si concentra sulla superficie del veivolo. Inoltre Plantier ha ipotizzato che gli UFO siano dotati di un proprio campo gravitazionale indipendente che fa sì che essi non risentano delle forti accelerazioni o decelerazioni o virate a 90° del veicolo, così come noi non riceviamo sollecitazioni dal moto della Terra, perché siamo completamente immersi nel campo di gravitazione planetario. Gli effetti della manovra sarebbero equamente distribuiti su ogni atomo del corpo del viaggiatore a bordo del presunto UFO. Un esempio: la notte tra il 30 ed il 31 marzo 1990, sopra Bruxelles un UFO aveva accelerato da una velocità iniziale di 280 Km/h a 1800 Km/h, scendendo da m 3000 a m 1700 di quota in un solo secondo: non ci fu alcun boato. L’accelerazione fu calcolata pari a 40G, mentre la massima accelerazione che un pilota di aereo può sopportare è di 8G, essendo gli aeromobili convenzionali privi del proprio campo gravitazionale. Questi dati sono stati resi noti dal generale Wilfred De Brower dell’Aeronautica Militare Belga. Alcuni aspetti particolari su cui si è soffermato Plantier che sono stati riportati nel libro di Aimè Michel “Il mistero dei dischi volanti” del 1955, e poi confermati dagli avvistamenti successivi: Discesa del velivolo a foglia morta. Inclinazione laterale prima di partire da fermo. Quando si arresta di colpo può oscillare lateralmente oppure girare su sé stesso per arrestare 1′oscillazione. Oscillazione a pendolo anche se si tratta di un UFO reale e non di un modellino, che la tecnologia attuale smaschera facilmente. Spostamento a sbalzi. Sprazzo di scintille immediatamente prima di un’accelerazione, nella estremità opposta alla direzione verso cui l’oggetto si sposta: ciò è dovuto all’immissione di maggiore energia nel campo di forza elettromagnetico che circonda il veicolo. Rene Plantier ha ragionato anche sui possibili colori che il campo di forza del disco potrebbe assumere: Disco fermo o lento: Rossa (anche radazione infrarosso).
Accelerazione moderata: Rosso/Arancio. Accelerazione maggiore di cui al punto 2: Giallo. Accelerazione maggiore di cui al punto 3: Bianco. Accelerazione maggiore di cui al punto 4: Verde. Accelerazione maggiore di cui al punto 5: Azzurro. Accelerazione maggiore di cui al punto 6: Violetto (anche radiazione ultravioletto).
La frequenza più alta dei colori (lunghezza d’onda più corta) è proporzionale ad un’energia di maggiore intensità convogliata al campo elettromagnetico del disco. Inoltre è possibile vedere una luce azzurrognola in qualsiasi manovra che il disco sta compiendo, anche a disco fermo a causa della radiazione di Cerenkov e lo stesso oggetto può mostrare colori diversi da angolazioni diverse. Aggiungiamo inoltre che il campo di forze accompagna sempre l’ordigno nei suoi movimenti, lo scafo dovrebbe impiegare materiali superconduttori ed essere simmetrico rispetto al proprio asse verticale.
ALTRE RICERCHE SUCCESSIVE
Innanzitutto un’apparecchiatura terrestre molto semplice che produce un campo elettrico di aria ionizzata è un’ozonizzatore basato su un circuito basilare composto da un condensatore, un diodo e un ago che producono un’alta tensione. Analogamente un’apparecchiatura terrestre che produce un campo magnetico è l’elettrocalamita di un campanello formata da un solenoide e da un nucleo di ferro. Alan Watts riferisce di aver effettuato un esperimento nel 1964 volto a misurare l’intensità del campo magnetico di un UFO che aveva arrestato il sistema elettrico di un’auto dalla distanza di circa 6 metri dell’automobile del testimone Roland Wildman. Il campo magnetico generato da una corrente alternata o pulsante sufficiente a fermare lo spinterogeno del motore, aveva una distribuzione sulla superficie dello scafo di almeno 10,5 gigatesla. Queste misurazioni furono effettuate nell’Istituto Tecnico di Colchester nell’Essex, nel Sud dell’Inghilterra, dove Watts insegnava fisica. Tra il 1966 ed il 1969, tu finanziato il Comitato Condon. Condon afferma che la sua equipe cercò, presso un Centro della Ford Motor Company, di arrestare il motore di una macchina mediante l’uso di un potente elettromagnete, ma non ci riuscì. Questo episodio pone nuovi interrogativi, oltre a quelli già sollevati all’epoca su quanto il Comitato Condon avesse la volontà seria di indagare sul fenomeno UFO.
ALCUNI FENOMENI NOTEVOLI
Spesso è stato riferito il fenomeno della luce coerente: l’oggetto è molto luminoso, ma non illumina gli oggetti circostanti e non dà fastidio agli occhi dell’osservatore. Si suppone che tale effetto è dovuto al fatto che il campo elettromagnetico della presunta macchina volante di forte intensità, “intrappola” in questo modo la luce. Poiché gli UFO sono stati visti anche da astronauti tra cui citiamo Gordon Cooper ed Alan Shepard, ricordiamo che Aimè Michel aveva osservato che il campo elettromagnetico di forza di un UFO che viaggiasse al di fuori di un’atmosfera planetaria, potrebbe essere usato per catturare delle particelle, ionizzarle e costituire così uno scudo per le micrometeoriti ed i raggi cosmici. Diverse volte nei rapporti UFO compare l’inversione istantanea della direzione di moto da parte dell’oggetto discoidale anche a forte velocità, mentre gli aerei terrestri dovrebbero rallentare e quindi effettuare un angolo di virata. Plantier suggeriva che probabilmente era possibile riuscirci semplicemente commutando la posizione di un deviatore antigravitazionale. Occorre aggiungere che la tecnologia elettrotecnica attuale terrestre comprende già commutatori a stato solido che consentono, per esempio, di invertire istantaneamente la polarità della corrente continua di alimentazione di un apparecchio. Aime Michel osservò che la scienza del tempo non ci indica un modo in cui sia possibile orientare la gravità oppure invertirla oppure ancora dosarla. Secondo la fisica del tempo, non esisteva alcun modo di utilizzare l’energia elettrica per interferire praticamente, in senso positivo o negativo, con la forza di gravità. Tuttavia gli studi pionieristici di Marco Todeschini nel 1949, le formulazioni teoriche di Thomas Pawlicky e le esperienze di laboratorio (precedute da consistenti lavori teorici) di Tom Bearden e di Shiniki Seiki, sembrano invece dimostrare che esista anche un modo di creare una forza dl gravità che all’occorrenza diventi forza di repulsione e che sia controllabile da apparecchiature computerizzate. Analogarnente non è possibile ignorare la testimonianza di Bob Lazar, che superò diverse prove con la macchina della verità, convalidate da Terry Tabernetti, esperto che lavora per la polizia californiana. Lazar, laureato in elettronica e in fisica, affermò che la scienza da lui imparata all’università non solo non prevedeva apparati gravitonici, ma non sapeva spiegare neppure lontanamente cosa sono le onde gravitazionali. Una volta arrivato alla sezione S-4 dell’Area 51, è stato incaricato di fare retroingegneria su misteriosi dischi di origine aliena, con 3 motori antigravitazionali che si alzano veramente dal suolo. Vogliamo inoltre menzionare gli esperimenti di Thomas Townsend Brown, il quale già nel 1926 aveva costruito il gravitore, un apparecchio discoidale che era in grado di volare a causa di un effetto elettrostatico e quindi non antigravitazionale in senso stretto, ma che fu ugualmente boicottato a causa della sua originalità e anticonvenzionalità. L’effetto di Bieffeld-Brown fa sì che l’apparecchio in presenza di una forte differenza di potenziale, si sposta nel verso del polo positivo.
INVISIBILITÀ DEGLI UFO
L’invisibilità agli occhi degli osservatori a terra è stata talvolta riscontrata, mentre l’UFO era stato segnalato dai radar. Gli studi intrapresi da Alan Watts che ha attinto all’opera di Thomas Erber può spiegare il fenomeno dell’invisibilità per gli apparecchi volanti in grado di generare un campo magnetico molto intenso. L’indice di rifrazione della luce cambia a seconda del mezzo che la luce attraversa per raggiungere l’occhio. L’indice di rifrazione dell’acqua è maggiore dell’aria e ciò dà luogo al fenomeno ottico del cucchiaio che sembra piegato. Con una rifrazione ancora più forte si può determinare un angolo di visibilità molto ristretto rispetto al perpendicolare dell’UFO. Ciò significa che chi è esattamente al di sotto dell’UFO lo vedrà, mentre se invece è spostato, oppure l’UFO si allontana dalla verticale, l’osservatore vedrà solo il cielo che sta dietro all’UFO. Siccome gli UFO sono in grado di spostarsi rapidamente e sono in grado di regolare l’intensità del campo di forze, sono quindi in grado di rendersi agevolmente invisibili. Può inoltre capitare, se un UFO rimane immobile. che esso sia visibile per talune persone vicine alla sua verticale ed invisibile per altre persone. Questo effetto può spiegare anche molti episodi di scomparsa improvvisa dell’oggetto volante, ma non tutti in quanto e probabile anche l’ipotesi di una effettiva accelerazione molto forte. A proposito di invisibilità, voglio ricordare che nel 1978 in località Sant’Egidio il prof. Sebastiano Di Gennaro ha fotografato su pellicola all’infrarosso un oggetto sferoidale invisibile all’occhio dei testimoni.
EFFETTO SPECCHIO
Un campo magnetico di forte intensità può fare da specchio ed in tal caso e possibile vedere oppure fotografare o riprendere accanto all’UFO vero e proprio una o più immagini virtuali cioè riflesse. La luce emessa dall’oggetto rimbalza sul campo magnetico che fa da schermo, così al testimone sembra di vedere molte immagini. È possibile ritenere che il fenomeno descritto come l’unione di due UFO in un solo apparecchio sia in realtà solo apparente in quanto una delle due luci potrebbe essere un riflesso che si avvicina all’oggetto originatore e infine scompare.
I PITTOGRAMMI NEL GRANO
Alan Watts non poteva estraniarsi al fenomeno dei pittogrammi nel grano, comparsi sui prati di tutto il mondo che però all’80% si concentrano sulle isole Britanniche. Tramontata definitivamente l’ipotesi terrestre e cioè dei due vecchietti che avevano avuto il loro momento di gloria tra il 1990 ed il 1991. Purtroppo c’era il problema dell’ubiquità in quanto neppure con le apparecchiature dell’Esperimento Filadelfia, Doug & Dave, sarebbero riusciti a teletrasportarsi in Germania, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Messico, Francia, ecc. per eseguire i cerchi. Quindi gli studiosi, tra cui citiamo anche Michael Hesemann, autore de “Il mistero dei cerchi nel grano”, Edizioni Mediterranee, 1994, Colin Andrews e Pat Delgado sono tornati a studiare seriamente gli UFO, il geotropismo delle piante e altri aspetti della botanica. Occorre ricordare, che oltre alla povertà dei cerchi prodotti dai due pensionati, nei cerchi prodotti dai presunti alieni le spighe continuavano a crescere parallelamente al terreno e non dritte. Watts sostiene che tutto ciò è un lavoro molto complesso ed ipotizza che le spighe siano state piegate con una forza elettromagnetica diretta da un presunto disco volante, inducendo nelle spighe una corrente elettrica. Si creerebbe una differenza di potenziale fra la punta e la base della spiga che la piegherebbe ed infatti fu udito un rumore di crepito come quello dell’elettricità contemporaneamente all’avvistamento di un UFO. Watts aggiunse che un campo magnetico trasversale sarebbe in grado di dirigere in senso circolare le spighe elettrizzate. Naturalmente, con questo sistema, il repertorio dei presunti extraterrestri, non si limita solo ai cerchi ma anche a composizioni geometriche più complesse. Per concludere vorrei ricordare Alfred Nahon, uno dei massimi esperti francesi di ufologia, studioso del fenomeno fin dal 1948, apprezzato internazionalmente per la sua serietà e scomparso nel 1990. Egli aveva sempre sostenuto la necessità dell’unificazione politica del Pianeta Terra in un unico organismo politico federale in grado di rispondere meglio alle sfide planetarie cosmiche che l’umanità deve affrontare. Toccherà all’ONU creare un organismo di studio con la partecipazione delle autorità militari e di scienziati allo scopo di coordinare le ricerche? Dipendesse da noi, la risposta sarebbe “sì”.