Da un’agenzia si apprende che in Egitto è stato dichiarato lo stato di emergenza a causa di una massiccia invasione di cavallette in diverse aree meridionali del Paese, nei giorni scorsi, gli sciami di locuste avevano già invaso le regioni agricole del nord del Sudan, attaccando le colture invernali e numerosi frutteti e secondo il rapporto della FAO, gli sciami di insetti sarebbero almeno sei.
Lo scorso lunedì 17 febbraio gli sciami hanno raggiunto la città di Zafarana, nei pressi del Mar Rosso, circa 200 chilometri da Il Cairo e martedì, le voraci cavallette già avevano raggiunto la cittadina di Qena, più altri tre villaggi principali.
Ora si teme che le locuste possano rapidamente raggiungere le località turistiche sul Mar Rosso di Hurghada e Marsa Alam, per poi muoversi verso le grandi città del Delta del Nilo.
Secondo quanto riportato da Ahramonline, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) raccomanda alle amministrazioni egiziane di rimanere in massima allerta e fare ogni sforzo per contrastare l’infestazione.
Sciami contententi decine di milioni di insetti sono in grado di volare per più di 150 chilometri al giorno e una locusta femmina può deporre anche 300 uova nel corso della sua vita, “La locusta del deserto è un parassita molto difficile da controllare”, ha spiegato Mamoon AlAlwi, segretario della Commissione FAO per il controllo delle locuste del deserto nella regione centrale (che comprende Egitto, Sudan, Arabia Saudita, Eritrea, Etiopia, Oman e Yemen), in un intervista rilasciata a Middle East Online.
“Le risorse limitate per il monitoraggio e il controllo delle locuste, e i disordini politici all’interno dei paesi colpiti, riduce drammaticamente la nostra capacità di intraprendere operazioni di sorveglianza e controllo”.
Secondo AlAlawi, è difficile che la minaccia possa trasformarsi in una crisi umanitaria, anche perchè le coltivazioni invernali volgono al termine, tuttavia, si teme che il numero delle locuste possa aumentare con il miglioramento delle condizioni climatiche, favorendo la riproduzione degli insetti.
Gli esperti spiegano che la direzione del vento sarà uno di quei fattori decisivi nel determinare il pericolo effettivo per alcune aree specifiche, come il Delta del Nilo, “In quel caso la situazione potrebbe diventare pericolosa”, continua AlAlawi, poichè gli insetti potrebbero riprodursi nelle zone dedicate alle produzioni agricole primaverili.
Intanto il governo egiziano cerca di arginare l’ondata famelica con “tutte le misure necessarie”, alcune squadre di controllo sono state dispiegate nelle zone colpite e gli elicotteri militari sono impegnati a spruzzare insetticidi sulle zone non residenziali ma purtroppo, il caso politico che sta vivendo l’Egitto complica notevolmente la velocità e l’efficacia delle operazioni d’intervento.
L’ex ministro dell’Agricoltura Salah Youssef, il quale ha svolto il suo breve incarico come ministro nei primi mesi del 2011, sulla scia della Primavera Araba, ha dato una lettura particolare di quello che sta succedendo in Egitto: “La piaga delle cavallette sembra essere la volontà di Dio”, ha detto, “Dobbiamo accettare, ce lo meritiamo”, ha concluso, facendo riferimento alla difficile crisi politica che il paese sta attraversando.
L’Egitto è il più grande produttore di grano dell’Africa, con una produzione che si aggira sulle 8,5 milioni di tonnellate all’anno, il paese vanta una superficie coltivabile estremamente fertile pari a 3,6 milioni di ettari di terreno, il che significa che il paese rischia grosso se le cavallette dovessero moltiplicarsi e secondo la FAO, una tonnellata di locuste è in grado di divorare la stessa quantità di cibo consumata da 2500 persone in un solo giorno.