Il Lago Abraham è un bacino artificiale sul fiume North Saskatchewan nella provincia canadese dell’Alberta, Canada, ha una superficie di 53.7 km² e una lunghezza di 32 km, ed è stato creato nel 1972 a seguito dalla costruzione della diga Bighorn.
Per ora è ghiacciato ma rischia di bruciare e scomparire, colpa del metano, le sue acque sono infatti piene di bolle di questo gas che rischiano di scoppiare e infiammarsi durante il disgelo: il fenomeno è allo studio di scienziati e ambientalisti.
Queste formazioni di gas, presenti solo nel lago di Abraham, sono prodotte dalla decomposizione di materiale organico come resti di animali e piante e con l’arrivo del caldo il rischio è che le bolle si infiammino, facendo poi “evaporare” il lago.
C’è però un lato positivo: questo stesso metano potrebbe essere usato per produrre energia, come spiega Roberta Ragni su greenme.it, il fenomeno ha reso il lago molto famoso tra i fotografi, che si recano sulle sue sponde per osservare il fenomeno.
Tra loro, ad esempio, c’è Fikret Onal, che spiega in questo modo il singolare fenomeno: “il gas metano rilasciato dal fondo del lago viene congelato una volta che si avvicina abbastanza alla superficie e le bolle continuano a impilarsi una sotto all’altra man mano che il clima diventa sempre più freddo durante la stagione invernale”.
Risultato? Un panorama surreale e affascinante, creato dalle bolle intrappolate nelle loro forme sinuose appena sotto lo strato ghiacciato, in cui è facile sentirsi piccolo e insignificante, come spiega ancora il fotografo paesaggista: “non era la prima volta che camminavo su un lago ghiacciato, ma di certo il lago ghiacciato di Abraham mi ha fatto sentire, per la prima volta, completamente a disagio.
Non era coperto di neve (era troppo freddo per la neve, sotto i -30 gradi Celsius, con vento gelido), anche se la superficie ghiacciata sarà stata di circa 8-9 centimetri di spessore, ero spaventato a morte e fuori di me, non solo per il fatto che potevo vedere tutte le crepe che si diramavano in ogni direzione e addirittura l’oscurità del fondo del lago attraverso la superficie trasparente, ma soprattutto per via del rimbombo profondo dei suoni che provenivano dal fondo dell’acqua”.