Un voce dal nulla, registrata nel silenzio sotterraneo delle Grotte di Camerano, è l’ultimo mistero, che si aggiunge a quelli che già circondano questo dedalo di sale, corridoi, scalinate e rientranze scavato nell’arenaria sotto il piccolo borgo dell’entroterra anconetano.
“Di Camerano ce n’è più sotto che sopra”, dice un proverbio locale, in effetti, il paese che si estende sottoterra, su due livelli, è più ampio di quello illuminato dal sole, all’aria aperta, tanto che ogni tanto spunta una nuova stanza o un nuovo cunicolo ancora da esplorare e non pensate che si tratti di rozze costruzioni, tutt’altro.
Più che di grotte, si tratta di sale elegantemente rifinite da volte a cupola, a botte o a crociera, sorrette da archi e colonne, mentre su soffitti e pareti compaiono bassorilievi ed incisioni.
Secondo gli archeologi, le Grotte di Camerano sono il prodotto di millenni di storia: i primi a scavarle furono i Piceni a partire dal IX secolo a.C. forse all’inizio erano utilizzate come cisterne d’acqua o come magazzini per lo stoccaggio delle derrate alimentari, ma poi col susseguirsi dei secoli e dei dominatori quel mondo nascosto si è ampliato adeguando gli stili architettonici all’utilizzo.
All’epoca romana risale probabilmente la Grotta del sole e della luna, con simbologie che richiamano il culto del dio Mitra, nel Medioevo, invece, comparvero absidi ed altari cristiani dove pregavano i pellegrini che si fermavano qui, ultima tappa del viaggio verso il santuario di Loreto, forse nella stessa epoca vennero creati i passaggi segreti con i palazzi nobiliari edificati in superficie.
Ma sicuramente, qui sotto, lontano da sguardi indiscreti, passarono anche i Cavalieri dell’Ordine del Tempio di Gerusalemme, lo provano ad esempio le croci patenti incise sulle pareti, simbolo che contraddistingueva i monaci guerrieri cancellati dal re Filippo il Bello con la complicità papale.
La Grotta Ricotti, uno degli ambienti più suggestivi, interamente scavata nella rupe Sassòne e dalla geometria fortemente evocativa, è stata probabilmente una cripta templare, qualche mese fa, proprio qui sotto, si è svolto il conclave dell’Ordine degli Scottish Knights Templar, il cui Gran Priore è l’ultimo erede della famiglia Sinclair, proprietaria della celeberrima Cappella di Rosslyn, resa ancora più celebre dal best seller di Dan Brown “Il Codice Da Vinci“.
Questi erano dunque luoghi riservati per incontri segreti e lo sono stati fino ad epoche recenti: durante la guerra per l’Unità di Italia, ad esempio, vi si tenevano le riunioni dei patrioti carbonari, legati alla Massoneria.
La Grotta Corraducci, dotata di una sala con nicchie e colonne, è ritenuta infatti un tempio massonico, questi scarni accenni storici fanno ben capire la peculiarità e il fascino di questo ipogeo, muto testimone di eventi lontani, avvolti da un alone di mistero.
E proprio tra queste mura antiche ha avuto luogo un fenomeno apparentemente paranormale, ne hanno parlato anche i quotidiani locali, nei mesi scorsi, alcuni tecnici stavano registrando i rumori di fondo all’interno della città sotterranea e hanno lasciato due microfoni professionali, posizionati nei due diversi piani, accesi per tutta la notte.
Quando hanno riascoltato la registrazione, hanno sentito qualcosa di imprevisto, hanno portato il file in uno noto studio discografico di Londra dove è stato possibile cancellare i fruscii di fondo ed isolare la traccia audio anomala, gli esperti hanno escluso che si trattasse di un verso di un animale o di un suono prodotto, secondo loro, quella incisa è la voce di una donna.
“Ma non c’era nessuno in quel momento nelle Grotte”, ha affermato Marrico Rocchi, uno dei tecnici, e aggiunge un altro dettaglio strano, “I due microfoni hanno registrato gli stessi rumori di fondo, le stesse voci, lo stesso stillicidio delle gocce, tutto uguale, ma quell’urlo è stato catturato solo dall’apparecchio posizionato al piano inferiore.”
Grazie ad Isabella Dalla Vecchia, ricercatrice instancabile Sergio Succu, ho potuto ascoltare il brevissimo file audio, in effetti sembra di sentire una voce umana, forse di donna, che emette un urlo, Una semplice suggestione?
No, perché la traccia audio esiste ed è stata analizzata, resta da capire cosa l’abbia prodotta, potrebbe essere semplicemente un rumore lontano, captato dalla superficie sovrastante?
“Anch’io ero scettico, però ho visto come hanno fatto le registrazioni: hanno lavorato dei fonici di grande esperienza, con strumentazioni professionali”, dice l’assessore alla Cultura del comune di Camerano, Jacopo Facchi, “Le grotte sono dieci metri sotto terra: è impossibile che quel suono sia arrivato dall’esterno, visto poi che quella notte erano chiuse, è altrettanto impossibile che arrivasse dall’interno.
Eppure quella voce la si sente in modo chiaro e distinto, inoltre, appena prima, e appena dopo, si percepisce anche un leggero rumore di passi strascicati “, conclude Facchi, insomma, un enigma in più che va ad aggiungersi agli interrogativi ancora aperti su Camerano.