Uno studio recentemente pubblicato dalla Nasa ha rilevato che tra il 1992 e il 2012 il livello del mare è salito di circa 3 cm ogni decennio, sembra poco ma se si considera l’enormità degli Oceani, che coprono già quasi interamente il nostro Pianeta, stiamo parlando di enormi quantità di acqua, tanto più che, secondo i climatologi, il trend non si sta fermando ma, anzi, sta accelerando.
La causa di tutto questo è ovviamente l’uomo: i gas serra e le emissioni di anidride carbonica e l’inquinamento in generale stanno riscaldando la temperatura del Pianeta causando lo scioglimento dei ghiacci artici e groenlandesi e dei ghiacciai.
I principali responsabili delle emissioni sono di gran lunga gli Stati Uniti, che, con 300 milioni di abitanti, consumano (e inquinano) quasi come tutto il resto del mondo insieme, il problema è che nazioni come soprattutto la Cina e l’India, che contano complessivamente quasi 3 miliardi di abitanti, ora si stanno industrializzando, arricchendo e non hanno alcuna intenzione di tagliare i propri consumi per vivere anche loro il sogno della ricchezza.
Gli americani inquinano di più ma alcuni di loro sono anche tra i più consapevoli della catastrofe a cui il mondo potrebbe andare incontro se non fa si cambiano le cose: il problema è che molti tra i “potenti” del mondo, quelli che alla fine prendono le decisioni, troppo spesso continuano a negare gli effetti del riscaldamento globale, anche perché le dure leggi del profitto non tollerano la decrescita economica o le spese aggiuntive per salvaguardare l’ambiente.
Per risvegliare le coscienze americane e globali, il blogger Nickolay Lamm ha provato a immaginare come sarebbero le principali città costiere degli Stati Uniti nei prossimi secoli se il livello del mare continuasse a salire, le sue previsioni, per quanto drammatiche (alcune tra le zone più famose di Washington, New York, Miami, Los Angeles e San Francisco completamente sommerse dalle acque) sono forse anche troppo conservative perché si basano sugli attuali tassi di scioglimento dei ghiacci, che però potrebbe incrementare esponenzialmente anche a causa delle reazioni a catena causate dalle sempre più frequenti catastrofi naturali (e non) che sembrano colpire tutto il pianeta.
Lamm ha collaborato con Remik Ziemlinski per immaginare gli scenari che si profilerebbero tra 100-200 anni (innalzamento minimo di un metro e mezzo), dopo il 2300 (innalzamento di 3-4 metri) e nei prossimi secoli (innalzamento di 10 metri).
Lamm e Ziemlinski hanno usato Google Maps per illustrare con precisione le varie aree e quanto verrebbero modificate dalle inondazioni, un lavoro che ha richiesto diverse ore e non è stato solo un esercizio di stile, “Stiamo cercando di dimostrate, ha spiegato, che lo spazio a nostra disposizione è limitato, non solo per ciò che possediamo ma anche per noi stessi”.