La Cometa Ison sta rapidamente raggiungendo l’atmosfera del Sole, mettendo fine alla lunga attesa del perielio, infatti alle 19:38 di oggi, l’astro chiomato transiterà a soli 1,2 milioni di chilometri dalla superficie più esterna della nostra stella, sfidando fortissime forze mareali e gravitazionali, a cui si aggiungerà una temperatura di parecchie migliaia di gradi.
Un evento atteso da mesi da scienziati e appassionati, che attraverso le proprie strumentazioni, stanno scandagliando la volta celeste a caccia di risposte e in questo momento la migliore visuale della cometa è rappresentata dal Solar and Heliospheric Observatory (SOHO), che sta osservando la porzione di spazio vicino al Sole per cercare di osservare la dinamica dell’evento.
Il veicolo spaziale della NASA, nelle prossime ore, catturerà immagini ad alta risoluzione della cometa, il cui nucleo potrebbe anche disgregarsi come accadde alla cometa Lovejoy nello scorso 2011. E’ impossibile dire cosa vedremo nelle prossime ore, ma i ricercatori nutrono buone speranze di poter osservare C/2012 S1 ISON uscire indenne da questo folle giro di boa cosmico.
Scoperta lo scorso mese di Settembre 2012 dagli astronomi russi Vitali Nevski e Artyom Novichonok, quando l’astro chiomato si trovava ancora oltre l’orbita di Giove; ben presto questo piccolo corpo celeste ha impressionato il mondo accademico grazie alla sua intensa luminosità in relazione alla sua distanza.
C/2012 S1 (ISON) era una cometa proveniente dalla lontana nube di Oort, un’ipotetica nube sferica di comete posta tra 20.000 e 100.000 Unità Astronomiche dal Sole, al suo primo viaggio nel Sistema Solare interno.
ISON sembrava la cometa del secolo, capace di brillare nei nostri cieli con una luminosità paragonabile a quella della Luna piena, per poi rendersi visibile addirittura in pieno giorno. I monitoraggi successivi hanno evidenziato una curva di luce sotto le aspettative, che hanno riportato alla realtà scienziati ed appassionati, da sempre consapevoli delle difficoltà previsionali di questi astri.
Tra alti e bassi, quando ormai si pensava ad un evento quasi deludente, ma questa piccola vagabonda dello spazio ha guadagnato in sole 72 ore circa 3,5 magnitudini nella scala utilizzata per determinare la luminosità degli oggetti nello spazio, un aumento considerevole, pari a 25 volte la luminosità precedente.
Dal 19 al 21 Novembre, inoltre, l’astro ha incrementato i tassi di polvere e gas rilasciati dal suo nucleo e tra le teorie, c’è l’apertura di una crepa con conseguente fuoriuscita di materiale. Soltanto 48 ore fa una riduzione delle emissioni aveva fatto pensare ad una disgregazione del nucleo, ma ancora una volta la cometa ha saputo sorprendere e l’astro nelle ultimissime ore è apparso integro, deciso a sfidare più che mai la fornace solare.
Prevedere il suo destino, anche a distanza di poche ore è un’impresa davvero ardua, ma se il passaggio radente non dovesse risultare fatale alla cometa, il mese di Dicembre potrebbe rappresentare un periodo strepitoso per la sua osservazione. L’emisfero boreale attende di osservare Ison anche ad occhio nudo, contemplando uno spettacolo celeste che per tanti ragazzi che non hanno potuto assistere al passaggio della cometa Hale-Bopp nel 1997, rappresenterebbe un evento unico.